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“Taci, infame”: un blog e nuovi dettagli riaccendono i riflettori sullo stupro di gruppo al Raf

Non ci può essere ideologia dietro uno stupro, così come non può esserci rassegnata accettazione in ciò che rimane della vittima dopo averlo subito.

E’ tornato alla luce, e approdato in Tribunale, dopo anni di odiosa omertà e una lunga trafila di indagini lo stupro di gruppo di Via Testi, avvenuto tra quelle che erano le mura del collettivo antifascista: chissà se quelle pareti senz’anima potessero parlare, quante canne fumate, ubriacature, discussioni accese potrebbero raccontare…

E chissà se avessero avuto le braccia, se si sarebbero opposte a quella violenza inaudita su C., appena diciottenne e appena scesa da un treno con tanti sogni per una serata da trascorrere, una vita davanti straziata da un’alba fatta solo del risveglio su un tavolo gelido, in quegli stanzoni dove ora rimane solo l’eco, con gli abiti scagliati sotto una sedia e la testa dolente di droga, alcool e memorie.

Quella vicenda, squallida, triste, della notte del 12 settembre 2010, sera di festa per l’anniversario della liberazione dal fascismo, fatta di C., ubriacata e drogata fino allo svenimento, dei suoi aguzzini, il 25enne Francesco Cavalca, il 29enne Francesco Concari, il romano Valerio Pucci di 24 anni, accusati dello stupro, e fatta  dei parmigiani A.S., 23 anni, e D.D.P., 29, il reggiano R.G. di 28 e la ragazza milanese M.D.P. di 26 anni accusati favoreggiamento allo stupro di gruppo e di minacce, protratte su Facebook, “taci infame”, fatta del video con il telefonino rimasto li, a balzellare tra un collettivo e un centro sociale, nell’omertà più becera di chi si professa compagno di qualcosa, solo molto dopo è arrivata in Tribunale. 

Vi è arrivata perchè tre anni dopo lo scoppio di una bomba carta accanto alla sede di Casa Pound spinse i Carabinieri ad avventurarsi nei meandri omertosi e silenti della Rete Anti Fascista, sentendosi dire da C. “non li frequento più per una brutta storia”, fino al racconto, integrale, dettagliato.

Ora che è iniziato il processo, ora che C. è stata costretta a rivivere una notte che forse nemmeno lei ricorda, il web insorge, e si schiera. Lo fa il blog “neroveleno” con un post in cui ex militanti del Raf difendono C., e si condanna lo stupro, fosse lei, o meno, ubriaca e drogata, la fa a chiare lettere il blog “abbatto i muri”, con un post a firma delle “Romantic Punx”, riproponendo per l’ennesima volta i fatti, perchè nessuno dimentichi.

L’intervento integrale delle Romantic Punx: 4crepe. Perchè C., che in Tribunale si dovrà spogliare di nuovo della propria dignità, non sia più giudicata un’infame. Ma solo una vittima, che non ha colore politico.