Editoriale – Primarie a sinistra, totonomi a destra. Nel mezzo, il futuro di Parma. Il panorama politico oggi

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Il Pd litiga ancora. Pareva terminata l’agonia interna ai dem con la decisione di fare le primarie a febbraio, ma no, ecco un’altra scaramuccia.

E la destra? Beh, si sparano nomi come fossero fiori, in fondo, perché è una caos nemmeno troppo organizzato, se si esclude Casa Pound che per prima è scesa in campo, schierando un bancario, forse sull’onda d’urto della vittoria di Pizzarotti (spieghiamogli che errare è umano, perseverare idiota, oltre che diabolico…).

In mezzo? Parma, che inizia ad avere paura per il proprio futuro, sballottato tra slogan e nomi, quando servirebbero idee. E le uniche, per ora, emerse e concrete paiono essere quelle di Alfieri, il civico che si definisce pragmatico che fonda il suo programma elettorale su bellezza e cultura, doti di cui Parma è straripante e che potrebbero salvare la città come è successo a Mantova, nominata la città più vivibile d’Italia dalla classifica di Italia Oggi.

Dicevamo… il Pd. Le pagine di Parma Repubblica giovedì sono diventate un’arena: prima il Senatore Giorgio Pagliari, a proposito delle primarie, ha fatto sapere di essere “totalmente indifferente rispetto a certe questioni perché non mi sembra che contribuiscano a risolvere il problema di fondo del rapporto con l’elettorato” e, su un candidato civico, “credo e resto convinto che la soluzione migliore sia la ricerca di un candidato unitario”… ma “Il senso del riferimento civico forse è stato colto in maniera impropria. L’idea del segretario provinciale, in linea di principio condivisa dal segretario cittadino (Lorenzo Lavagetto) e soprattutto da quello regionale (Paolo Calvano), era quella di individuare una persona, non necessariamente al di fuori dal partito, ma al tempo stesso non in prima fila in modo da trovare una convergenza e una sintesi rispetto alle tensioni interne” per poi chiudere con un “Mi auguro si possa arrivare a un nome condiviso e se il nome condiviso non si dovesse trovare…”. Tradotto: delle primarie me ne infischio, Scarpa non mi piace. Tutto da rifare, palla al centro.

Secca la replica, sulle pagine dello stesso quotidiano, del segretario cittadino Lorenzo Lavagetto: “Magari sbaglierò, ma credo che parlare adesso di una candidatura unitaria sia un modo di dire ai cittadini che abbiamo paura di contarci e di dare loro potere, parola e voto: eppure evitare il confronto non credo proprio sia il modo per ristabilire il corretto rapporto con l’elettorato”. Altrettanto dura la replica di Paolo Scarpa: “Candidato unitario sa di vecchia politica. Sarebbe bello se entro domenica, prima del referendum, uscissero allo scoperto tutti i candidati”. Intanto anche il consigliere del PD Nicola Dall’Olio ha dichiarato che si candiderà alle primarie. L’ufficialità della candidatura arriverà tuttavia più avanti, al momento Dall’Olio si è dichiarato impegnato con importanti scadenze in Consiglio Comunale da seguire. Di fatto bolla Scarpa come affrettato: “C’è tempo fino al 22 dicembre e non credo che ai nostri elettori importi molto se uno lo fa prima o dopo” spiega a Repubblica Parma

Altro fronte, stessi guai. A casa della Lega Nord, unica destra considerabile a Parma, considerata l’evanescenza di Fratelli d’Italia e la riduzione ai minimi termini di ciò che rimane dei Berlusconiani, volano girandole di nomi, seguiti da regolari smentite. Se, si dice, Guido Dalla Rosa Prati avrebbe rispedito rose e lettere d’amore al mittente (ma anche al PD), Laura Ferraboschi, avvocato penalista piuttosto noto in città difensore di, tra gli altri, Mario Alessi, pare l’unico nome ancora in auge. Mentre Gino Ferretti, l’ex rettore dell’Università di Parma, sembra molto improbabile. I parmigiani eleggerebbero mai un reggiano a sindaco?

Un altro nome in realtà è stato detto in questi giorni, Luciano Garofano, l’ex comandante dei Ris di Parma. Sicuramente una figura adatta al pensiero del partito dei padani, un uomo di polso e ferrato sulla sicurezza, il tema più dibattuto in città negli ultimi mesi. Ma questo è stato smentito prontamente da Campari, il segretario cittadino di Lega Nord. Resta quindi ancora un mistero il volto del centro destra che correrà alle amministrative 2017. Il tempo scorre e la destra pare impreparata quasi quanto il PD.

Tra quelli che si siedono già sui banchi consiliari, Pellacini lascia l’UDC e fonda la lista civica dalla discutibile bellezza di nome e logo, “Centristi per Parma”. Anche Cattabiani cambia pelo e si fa chiamare “Civiltà Parmigiana”. Li segue Ghiretti con “Parma Unita” che tanto unita non pare considerando i dissapori interni scaturiti dalla dichiarazione pubblica di appoggio del consigliere verso Paolo Scarpa. I suoi forse gli han  ricordato che il loro partito civico è più di destra che di sinistra.

Intanto Federico Pizzarotti è ancora diviso tra crucci interni. Il suo braccio destro Marco Bosi si è dichiarato disponibile a continuare il percorso al suo fianco ma questo basterà? Alcune malignità son giunte all’orecchio del sindaco, ancora non è dato sapere ai cittadini di che voci si parla ma questo è stato ulteriore motivo di ripensamento per Pizzarotti. Altri 5 anni di amministrazione sono un fardello pesante, pieno di responsabilità che compromettono anche la stabilità della vita privata, della sua famiglia. Un impegno e un percorso politico che tuttavia potrebbe meritare di avere un seguito, stando ai suoi consiglieri e assessori. Ma il confronto con i cittadini nel segreto dell’urna potrebbe anche svelare il vero apprezzamento dei parmigiani per questi 5 anni di amministrazione. E’ pronto il sindaco a ricevere un possibile schiaffo morale dopo quello politico ricevuto dal suo ex Movimento 5 stelle?

A proposito di Movimento 5 Stelle. Si presenterà? Il nuovo volto 5 stelle potrebbe essere Fabrizio Savani visto che Mauro Nuzzo ha dichiarato di non volersi più ripresentare troppo scottato dall’esperienza con Pizzarotti? Probabile tuttavia che il M5S decida di non rischiare e lasciare Parma senza stelle ancora per un po’. Il Movimento, quando ci sono state situazioni frammentate e litigiose come in città non ha presentato la lista. L’ha fatto anche a Rimini e Ravenna.

Tra i litiganti e gli indecisi l’unico che si sta muovendo concretamente resta Luigi Alfieri, l’ex giornalista della Gazzetta di Parma, nonochè scrittore di molti libri, che ha già  idee chiare su programmi e persone da presentare al suo fianco. Il nome e il simbolo della lista, o meglio del “movimento spontaneo”, ancora non sono dati a sapere ma le cose importanti le ha dette: “La bellezza salverà il modo, disse Dostoevskij, la bellezza salverà Parma, dico io”.

Peccato nessuno ci avesse pensato prima, troppo impegnati a fare la guerra. Di nomi e di parole.

(effedivi, aribe)

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