ECrime, il progetto di sicurezza urbana e polizia predittiva. Alfieri: “Dopo Trento proponiamo Parma”

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Città più sicure grazie ai big data, analisi avanzate e automatizzate e una polizia predittiva. Non è fantascienza, è il progetto di eCrime che parte da Trento grazie anche al professore criminologo Andrea Di Nicola.

Un progetto di sicurezza urbana che Di Nicola ha illustrato anche a Parma: ospite a 12 Teleducato la settimana scorsa e relatore all’incontro organizzato da Luigi Alfieri e “Parma non ha Paura” al WoPa sul tema della sicurezza. In merito Alfieri ha dichiarato: “Noi proponiamo che dopo Trento, Parma sia la prima città ad applicarlo“.

“Viviamo in città più intelligenti ma anche sempre più complicate da gestire – scrive Di Nicola su Agenda Digitale – Città in cui le persone si sentono più insicure e in cui rispondere alla criminalità è una sfida crescente per forze di polizia con budget che si vanno riducendo”.

Ma la smart city con internet dalla banda larga, spiega il criminologo, può essere la soluzione. I dati sulle denunce, con luoghi e tempi degli eventi criminali, sono il miglior elemento per predire i futuri atti di malviventi. Studiare l’illuminazione, il traffico, il meteo, i maggiori spazi di aggregazione in concomitanza con i dati sui crimini permette di avere una valida mappa dei possibili reati che si potrebbero svolgere. I risultati ottenuti non permettono solo di stabilire le aree e i momenti della giornata più a rischio ma anche il perché questi reati avvengono. Non si tratta di immagini da film come Minority Report con Tom Cruise, si tratta di progettazioni veramente realizzabili, le conoscenze ci sono, grazie appunto a laboratori come eCrime e eSecurity dell’Università di Trento in collaborazione col Comune e la Questura della città.

“È un’idea di sicurezza urbana basata su conoscenza real-time, su analisi avanzate e automatizzate, che permetterà non solo un miglior controllo del territorio, ma soprattutto di capire se gli interventi dell’amministrazione stiano andando nella direzione giusta o, semplicemente, quali siano quelli più opportuni” scrive Di Nicola.

eSecurity, un lavoro conclusosi di recente dopo tre anni, ha sviluppato un sistema informativo geografico che poggia su una banca dati contenente informazioni su reati denunciati, disordine urbano, vittimizzazione, percezione della sicurezza da parte dei cittadini e altre variabili rilevanti (ad esempio variabili socio-demografiche, condizioni climatiche, traffico, trasporti pubblici). eSecurity genera in modo automatico report, mappe di rischio e di sicurezza urbana predittiva ed è applicabile in ogni contesto locale. Queste mappe posso essere utilizzate per organizzare i servizi di pattugliamento delle forze dell’ordine o per valutare in modo più efficiente l’illuminazione o la videosorveglianza.

Un progetto quindi che unisce tecnologie e teorie più avanzate al servizio dei cittadini. Un progetto che collega le persone alle istituzioni, agendo non solo sulla sicurezza effettiva ma anche sulla percezione di essa. Elemento, quest’ultimo, che non deve essere sottovalutato.

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