Parmacotto, reato prescritto. Gli 11 milioni sequestrati tornano nelle casse dell’azienda

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La somma confiscata alla Parmacotto, 11milioni di euro (LEGGI), torna nelle casse dell’azienda.

Il maxi sequestro era stato orinato dalla Procura di Parma a seguito di una maxi indagine della Guardia di Finanza che aveva messo in luce come “le verifiche svolte sui bilanci aziendali nonché sulla relativa contabilità fiscale e sulla voluminosa documentazione degli atti di gestione, hanno fatto emergere azioni perpetrate dagli amministratori pro-tempore della società: in particolare questi ultimi, attraverso artifici contabili, false attestazioni e la conseguente falsificazione di un bilancio annuale d’esercizio, erano riusciti a far apparire una situazione economico-patrimoniale talmente fiorente da indurre in errore una società di diritto pubblico (che ha finalità di sostenere e sviluppare investimenti produttivi e programmi di sviluppo di aziende italiane sane e redditizie) che erogava su richiesta dell’azienda stessa, un finanziamento di 11 milioni di euro.

Tale liquidità finanziaria costituita da “denaro pubblico” era stata concessa nel settembre del 2011 grazie ad un bilancio non rispondente alla reale situazione economica e finanziaria dell’azienda”.

Poi, l’inchiesta era passata da Parma a Modena per competenza territoriale: il conto “sotto accusa” era in una banca modenese.

E venerdì proprio il Tribunale di Modena ha accolto l’istanza di estinzione e revoca del sequestro, perché il reato è caduto in prescrizione: il finanziamento di 11milioni ottenuto da Simest, società controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico, dopo un’accurato “maquillage finanziario” era stato ottenuto nel settembre 2011.

Ora, rimane probabilmente solo da attendere che venga approvato il concordato e prenda il via (LEGGI).

Restano invece le pendenze per le posizioni personali: la Procura di Parma ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per i due indagati, l’ex patron Marco Rosi e l’ex direttore finanziario Marco Delsante. L’udienza preliminare è stata fissata a gennaio presso il tribunale di Parma, ma non si esclude venga spostata anch’essa a Modena.

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