Omaggio a Bernardo Bertolucci

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Bertolucci è, senza ombra di dubbio, uno dei nomi più celebri e più rappresentativi del cinema italiano nel mondo. Il regista e sceneggiatore nato a Parma è, infatti, l’unico connazionale (assieme a Frank Capra che però, pur essendo siciliano di nascita, ha vissuto in America fin dall’infanzia, a differenza dell’italianissimo Bertolucci) ad aver vinto un Oscar di categoria principale. Nel 1988, infatti, l’Academy ha premiato la sua sontuosa pellicola ″L’ultimo imperatore″, con ben nove statuette, tra cui quella per il miglior film e quella per la miglior regia. Un premio che davvero in pochi possono vantare di aver conquistato se non i grandi attori e attrici famose che noi tutti conosciamo.

Per molti il suo nome rimarrà fondamentalmente legato a quello che è stato il film scandalo che lo ha portato alla ribalta del cinema internazionale: quel ″Ultimo tango a Parigi″ del 1972 con Marlon Brando e Maria Schneider che ebbe parecchie vicissitudini legate alla censura e che all’epoca costarono al grande regista perfino una condanna per offesa al pubblico pudore. A quella pellicola ne sono seguite molte altre, e tutte hanno confermato la bravura e la genialità di Bertolucci, che ha continuato a riscuotere attestati di stima sia da parte del pubblico che da parte della critica cinematografica.

Così sono seguiti titoli come l’imponente ″Novecento″ nel 1976, il sensuale ″Il tè nel deserto″ nel 1990, il ″Piccolo Buddha″ con Keanu Reeves nel 1993, ″Io ballo da sola″ che ha lanciato una giovanissima Liv Tyler nel 1996, fino all’intenso (e un po’ controverso, tanto da essere stato considerato da molti un secondo ″Tango a Parigi″) ″The Dreamers″ del 2003, solo per citarne alcuni. Non sono mancati i riconoscimenti ufficiali: nel 2007 gli è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, mentre nel 2011 gli è stata conferita la Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes. Ma anche Hollywood non ha mancato di celebrarlo con una stella a lui dedicata sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles.

Lo scorso marzo Bernardo Bertolucci ha compiuto 75 anni, 55 dei quali trascorsi lavorando per la Settima Arte, visto che già nel 1961 ha lavorato assistente nel film ″Accattone″, il primo diretto da un altro grande italiano, Pier Paolo Pasolini, suo vicino di casa e primo sostenitore. Nonostante il passare degli anni, il regista non ha affatto perso a verve e la voglia di occuparsi di cinema. Questa volta, però, non è lui l’occhio dietro la cinepresa, ma piuttosto il protagonista della ripresa. Da un soggetto di Fulvio Wetzl, Laura Bagnoli e Danny Biancardi, che ne hanno curato anche la regia, lo scorso anno è stato girato, infatti, ″Rubando Bellezza″, un documentario straordinariamente poetico che racconta la storia di una famiglia di artisti, la famiglia Bertolucci appunto. Partendo dal padre Attilio, grande poeta italiano del Novecento, per arrivare ai figli Bernardo e al fratello minore Giuseppe, oggi scomparso, anch’egli regista e sceneggiatore. ″Rubando Bellezza″ prende in prestito il titolo dall’originale inglese di ″Io ballo da sola″, che è appunto ″Stealing Beauty. Il documentario è stato proiettato in prima assoluta lo scorso 8 luglio allo ShorTS International Film Festival di Trieste, una manifestazione dedicata ai cortometraggi provenienti da tutto il mondo.

 

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