Fabbri, Vinci, Morrone (LN): “Bonaccini firmi il documento per il fenomeno migratorio in Regione”

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«Nel documento sottoscritto dai governatori Maroni (Lombardia), Toti (Liguria) e Zaia (Veneto) manca attualmente un nome: quello del presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini. Al quale sarà chiesto di firmarlo, altrimenti dovrà prendersi la responsabilità della deriva migratoria sul territorio regionale.»

La Lega Nord pungola la Giunta ER, presentando pubblicamente una risoluzione che affronta il problema degli stranieri irregolari (potenziali clandestini) che sbarcano sulle coste italiane e che i prefetti spediscono nelle varie città.

Sono già 8500, quelli presenti in Emilia-Romagna: troppi. «Vogliamo dare una risposta seria alle orde di migranti che stanno arrivando sul territorio – illustra il capogruppo regionale della Ln, Alan Fabbri – dando il nome che merita a questo fenomeno. Un compito sul quale la politica emiliana, finora, si è chiamata fuori. Paradossalmente, invece di appoggiare la nostra risoluzione, il Pd ne ha presentata una propria, totalmente in antitesi». E questo mentre l’ER è ormai al collasso.

«Sul solo territorio ferrarese – dice Fabbri – troviamo una situazione in cui solo il 3% di chi arriva ha diritto all’asilo. Esiste, quindi, una questione economica – dice Fabbri – un business che gravita attorno al sistema della cosiddetta accoglienza.»

Il segretario nazionale Emilia del Carroccio, Gianluca Vinci, entra nel merito: «Le risorse disponibili per la questione migranti sono terminate – attacca Vinci – ed, inoltre, la sinistra ha deciso, con il referendum costituzionale, di togliere poteri alle regioni, per riaccentrarli. Noi siamo dell’idea opposta, in merito alla riforma. La Lega qui non amministra, ma intende dare un segnale, al pari delle realtà (Liguria, Lombardia e Veneto) in cui governa: Bonaccini dica se vuole fare una scelta a favore dei propri cittadini, o limitare le proprie competenze. Con questa risoluzione cercheremo di riportare l’attenzione sui flussi, per stabilire la quota di migranti che possano entrare nel nostro territorio. Non è un mistero che vi erano, in passato, canali preferenziali per i cittadini provenienti dal Sudamerica – ricorda Vinci – che non presentavano problemi religiosi e di integrazione, perché molti erano di origine europea. Intendiamo, inoltre, reintrodurre il reato di immigrazione clandestina. Miriamo, infine, alla creazione di punti di accoglienza, direttamente nel nord Africa, per identificare e fermare chi è diretto sul nostro territorio. Quest’ultima – conclude – non è una competenza regionale, ma tutte le istituzioni di queste ultime realtà possono influire per fare cambiare strada al governo.»

Che, per ora, non ci sente o fa finta di non sentirci. Per questo, riporta ad una dimensione di dati reali il tema, il segretario nazionale della Ln Romagna, Jacopo Morrone: «chiediamo a Bonaccini di fare suo questo documento – taglia corto – e di proporlo anche ad altre realtà nazionali. Non sono slogan, ma  misure calate sulla realtà dei fatti. I numeri del Viminale – dice Morrone – indicano che, soltanto in ER, abbiamo 8134 presenze di immigrati in attesa di asilo, dislocati nelle strutture temporanee regionali: numeri che superano già la capienza massima delle strutture stesse. Chiederemo, per questo, lo stato di emergenza.»

Morrone sottolinea anche che molti di questi stranieri – il 59% – non ottiene lo status di rifugiato e ricorre in appello, gravando sui costi e i tempi della giustizia italiana. Vi è poi un 4% che non risulta reperibile e sta vagabondando per l’Italia, pur senza documenti.

«La maggioranza di queste persone – attacca il Carroccio – proviene da paesi non interessati da alcun conflitto (vedi Nigeria o Eritrea; ndr). Siriani o libici, di cui si riempie la bocca la sinistra, sono circa 500… Quindi, si potrebbero raccogliere in poche strutture, senza tutti i problemi attuali.»

Ad aumentare l’irritazione negli ambienti leghisti, anche alcuni bandi delle prefetture, che invitano i cittadini a mettere a disposizione case e abitazioni private. Per fermare tutto questo, la Lega chiede a Bonaccini di sottoscrivere e fare sua la risoluzione, che contiene i nove punti controfirmati dai governatori Maroni, Zaia e Toti. Il dado è tratto.

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