IL RACCONTO – Viale dei Mille, è qui lo spaccio? Sessanta cessioni in una notte

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Circa venti cessioni di droga, solo in poche ore di una notte come tante, solo tra Viale Vittoria e Viale dei Mille, solo a portata di vista di un esercente.

Non è un bollettino di guerra, ma il racconto di una notte di primo autunno, sui Viali. Visti dagli occhi di uno che ci lavora. “Non diciamo altro, si sa mai” – dice quasi scusandosi.

Inizia tutto verso le 21,30 di giovedì. “Ho letto un post su Facebook di una cliente, che si lamentava della presenza massiva degli spacciatori, mettendo anche una foto (quella pubblicata a corredo del pezzo) così ho provato a curiosare un po’ fuori. Avevo pochi clienti…”.

Ed ecco il risultato. “Voglio però mettere in chiaro una cosa” – precisa – “io non me la prendo con le forze dell’ordine. Per tre che ne prendono trenta ne arrivano, non possono neanche mettere la residenza qui e prenderli tutti, perché ce ne sono comunque altri in giro per la città, e altri problemi. Lo capisco, come capisco da amici che fanno quel lavoro che è frustrante metterli dentro oggi per vederli fuori dopodomani”.

Bene, ciò premesso? “Sono tutti giovani, giovanissimi e di colore. Girano in bici, immagino rubate. A tratti fanno gruppo, sugli angoli delle strade, davanti al Bingo, oppure verso Barriera. Probabilmente si organizzano, e si riforniscono a vicenda.

Ce ne sono quattro che passavano sempre qui davanti, gli altri li ho visti meno”.

La prima cessione, sotto i miei occhi –  Poco dopo le 22, a pochi metri da me e da un amico che stava fumando una sigaretta, abbiamo visto la prima vendita. Sono arrivati due ragazzini, maggiorenni o forse no. Credo abbiano dato dieci euro in cambio di un sacchettino. Poi se ne sono andati in scooter”.

E gli spacciatori? “Ah beh, loro vanno avanti e indietro qui. Spariscono, ritornano. Tra le dieci di sera e le cinque di mattina ho contato almeno una ventina di incontri. Tutti giovani, anche ragazze. Dopo le due del mattino, i clienti hanno iniziato ad arrivare in macchina, e fermarsi sull’incrocio con Via Abba.

Ho immaginato comprassero cocaina o eroina perché i pusher andavano e tornavano, la vendita non era “pret a porter” e so che cercano di non tenerla addosso, perché più la droga venduta è pura e più è “stupefacente” rispetto al fumo, più il reato è grave. Almeno credo”.

Inciso, ecco cosa prevede la legge: (La nuova legge stabilisce come limite massimo 250 milligrammi di principio attivo per l’eroina (che corrispondono a circa 1,7 grammi di sostanza lorda e a 10 dosi); 750 milligrammi per la cocaina, cioè 1,6 grammi lordi e 5 dosi; 500 milligrammi di cannabis, che corrispondono a 5 grammi lordi e a 15-20 spinelli. Tra le altre sostanze più diffuse, l’ecstasy con 750 milligrammi (5 compresse), l’anfetamina con 500 milligrammi (5 compresse) e Lsd con 0,150 milligrammi, cioè 3 “francobolli”.

Ma la quantità non è l’unico parametro indicato dalla legge per definire se si tratta di consumo personale o di spaccio: ci sono altre “circostanze dell’azione”, se si è trovati per esempio in possesso di grandi quantità di denaro, o di modalità di presentazione della sostanza. Quindi scatta la denuncia penale anche se l’autorità giudiziaria valuta in base a tutti questi parametri, che la detenzione sia finalizzata alla spaccio. Altrimenti, ci sono le sanzioni amministrative previste per i consumatori: dall’ammonimento del prefetto al ritiro della patente, fino al divieto di allontanamento dal comune di residenza.

Ha mai visto passare qualche pattuglia? “Si, Carabinieri ne sono passati. Forse anche Polizia. Ma loro svaniscono. Oppure se ne stanno fermi, qualche sera fa ne hanno fermato un paio, ma non avevano nulla addosso, e hanno detto che si stavano facendo un giro.  Non è ancora un reato, sono tutti nati in Italia o comunque regolari sul territorio”.

Per quanto è andata avanti “la nottata”? “Fin verso le 5. Io avevo già chiuso, ma sono rimasto a sistemare alcune cosette. Dopo le quattro hanno anche iniziato a fare caos, strillare, gridarsi dietro non so cosa. Forse dovevano dividere rimanenze e guadagni. Poi sono spariti, prima dell’alba”.

Cosa vorreste, voi del quartiere? “A me personalmente non è che diano fastidio, non disturbano in modo diretto la mia attività, ma capisco che la gente abbia paura. Ha paura di uscire di casa, oppure di scendere dall’auto per bere una birra. E questo finisce col danneggiarmi. Così come capisco che i residenti siano stanchi di aver bisogno della scorta per scendere a portare il pattume, o per fare due passi. In verità sono spacciatori innocui, non sono rissosi, salutano solo per “ganciare e offrire”. Ma non è un bello spettacolo, comunque”.

Quanto possono aver venduto? “A perdita di vista, mia, intendo, almeno una ventina di cessioni sono state fatte. Erano due o tre gruppi, io ne vedevo uno solo. Fate voi i conti”.

Ma se non se la prende con le forze dell’ordine, di chi è la colpa? “Di chi fa venire in Italia gente senza casa, lavoro, arte o parte. Se si continuano a dispensare permessi di soggiorno come fossero merendine, non si aiuta chi di loro lavora seriamente, perché si rischia di fare di tutte le erbe un fascio, e non si aiutano gli autoctoni”.

Eh già.

 

 

 

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