Emergenza sfratti, l’assessore Rossi: “Non esistono soluzioni semplici”

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“Ecco cosa ha fatto e sta facendo il Comune di Parma”: l’intervento dell’assessore al Welfare Laura Rossi riguardo l’emergenza abitativa.

“L’emergenza abitativa è uno dei problemi più gravi che il Comune ha affrontato in questi anni.

Il perdurare della crisi economica continua a determinare l’aumento degli sfratti e l’aumento di bisogni alloggiativi.

In questi anni il Comune ha affrontato la situazione da due prospettive: la gestione dell’emergenza abitativa e le azioni di prevenzione della stessa.

Nel concreto sono stati consegnati 46 alloggi nuovi ERP e ne sono stati ripristinati centinaia, sono stati resi disponibili più di 140 alloggi (erano circa 40 nel 2012) per collocare nuclei in situazione emergenziale, sono stati trasformati in ERS (alloggi a canoni decisamente calmierati assegnati su graduatoria a nuclei con redditi medio-bassi per prevenire gli sfratti) circa 125 alloggi.

E’ stato firmato con  Prefettura e Tribunale il protocollo per la morosità incolpevole che prevede l’erogazione di contributi a inquilini morosi incolpevoli per sospendere o ritardare le procedure di sfratto, è stata creata l’agenzia per la Locazione che garantisce, con un fondo messo a disposizione ad hoc dal Comune, i proprietari che accettano di stipulare canoni concordati con nuclei individuati dai servizi (le garanzie coprono fino a sei mensilità di morosità o le eventuali spese legali o gli eventuali danni all’alloggio), sono stati erogati in questi 4 anni più di 2.000.000 di euro in contributi per il sostegno all’affitto o per ingressi in nuovo alloggio.

La soluzione semplicistica di prendere in affitto immobili, da parte del Comune, dai proprietari per poi assegnarli a persone in sfratto non è una soluzione, come dimostrato dall’esperienza assolutamente fallimentare di alcuni anni fa, per due motivi precisi: innanzitutto, in base a disposizioni di leggi di stabilità più recenti, gli enti locali hanno forti limitazioni sia per l’acquisto che per le locazioni passive sul mercato privato; in secondo luogo, anche se ciò fosse possibile, i proprietari si vedrebbero garantiti con un canone sicuro erogato dal Comune ma il Comune non avrebbe nessuna garanzia giuridica né titolo per far uscire, in un secondo momento, eventuali nuclei non aventi più diritto, i quali non si preoccuperebbero di pagare nulla neanche quando siano nella possibilità di farlo, a fronte di un alloggio messo a disposizione dal Comune. E anche questi sono soldi pubblici.

Ritengo quindi che a fronte di situazioni complesse non esistano soluzioni semplici.

In questi anni abbiamo sperimentato chiaramente tutte le difficoltà e gli equilibri da mantenere tra esigenze legittime dei proprietari ma anche situazioni di bisogno effettive ed incolpevoli, tra occupazioni illegittime e soluzioni da trovare comunque per vittime incolpevoli (bambini, anziani, malati) che si trovano d’improvviso senza un tetto sopra la testa, così come della necessità di sostenere ed educare ad un senso di responsabilità altre persone.

Non si tratta di stabilire chi sono i vincitori e i perdenti, si tratta di gestire le conseguenze di una crisi economica importante che coinvolge tutta la collettività e che nessuno ha voluto”.

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