Sicurezza, San Leonardo che cammina: “Fronte comune con gli altri quartieri. Non arrendiamoci”

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San Leonardo che cammina torna dopo l’estate e si fa sentire: “Vogliamo fare fronte comune con tutti i quartieri cosiddetti più ‘caldi’: Pablo, Oltretorrente, Baganzola…”.

E così, ieri sera, 9 settembre, una lunga riunione si è svolta in via Trento. Una sessantina di persone si sono incontrate e hanno dibattuto più o meno pacificamente. Tra chi era per lo più scoraggiato e chi invece ha tuonato con un “non dobbiamo mollare!” accolto poi da uno scroscio di applausi, c’è stato un momento di scambio di idee sul problema sicurezza nella città. Tra i partecipanti non solo i residenti di San Leonardo ma anche qualcuno dal Pablo, Parma Centro e alcuni ragazzi di “Golese sicura” di Baganzola.

Andrea e Pier Paologli organizzatori di questo movimento, aggregazione o come si definiscono loro “gruppo di cittadini che vogliono, nel loro piccolo, migliorare il quartiere” – hanno ricordato le finalità delle loro passeggiate: “Non siamo un’organizzazione politica, vogliamo riprenderci il quartiere dagli spacciatori che ormai presidiano in tutti gli angoli al calar del sole e, in alcuni punti, anche tutto il giorno”. “Siamo nati quest’inverno perché la situazione era critica. Ora forse è peggio” commenta Andrea tra ironia e sconforto.

Ma indubbio è il successo che questa iniziativa ha avuto in questi mesi. Partita a giugno la prima camminata ha visto da subito la partecipazione di più di una cinquantina di persone. Fino a metà luglio le presenze erano tante, almeno una quarantina di persone a ogni passeggiata, poi, vuoi per il caldo, le partenze per le vacanze o lo sconforto di chi non ha visto sostanziali miglioramenti nella sicurezza, sono recentemente calate. Andrea e Pier Paolo però non si arrendono. Lo dimostra lo spirito di iniziativa e la costanza che mettono nel voler tenere unito il quartiere, ascoltare e parlare ai residenti. (leggi San Leonardo, lo spaccio e il degrado: “Basta parole, qualcuno faccia i fatti” e “Capo, vuoi del fumo?” Cronaca di una serata di ordinario spaccio)

Anche dall’alto si sono accorti di loro: l’assessore Casa e i Carabinieri li hanno incontrati, dando consigli, dritte e una “pacca sulla spalla”. “Sono stati gentili a riconoscerci per il lavoro che stiamo facendo ma… quando abbiamo fatto richieste più concrete, un aiuto, non abbiamo ricevuto nessuna risposta” polemizza Andrea.

L’ex poliziotto della sezione antidroga, Giuseppe Tramuta, noto a Parma per il lavoro svolto nelle forze dell’ordine per quasi 40 anni e per le sue iniziative sociali e raccolte firme, è intervenuto alla riunione invitando alla prudenza “le ronde sono molto pericolose, spesso gli spacciatori sono armati. Filmarli o affrontarli può essere un rischio per la vita, evitabile”. Il consiglio di Tramuta infatti è quello di continuare a confidare nelle forze dell’ordine e nell’amministrazione: “Si potrebbero fare delle raccolte firme e petizioni per chiedere maggiori controlli e la riapertura delle circoscrizioni di quartiere. Ma dovete portare esposti in Questura e denunce continuamente. Prima o poi faranno un appostamento e li prenderanno. Non è facile arrestarli perché la legge non aiuta. Se non hanno droga addosso e sono regolari sul territorio, come più che spesso succede, non si può fare niente. O se li prendono, per una pena inferiore ai 4 anni il giudice sentenzia la pena sospesa“.

Ed è proprio su questo ultimo punto che la sala si scaldata. “Abbiamo chiamato la Polizia non so quante volte e non fanno niente”. “Non lo vogliono vedere il problema!”. “Una volta al parco di via Verona abbiamo trovato 50 grammi di hashish. Abbiamo chiamato le forze dell’ordine. Sono arrivati, hanno controllato i documenti al gruppo di spacciatori che erano lì a 10 metri e se ne sono andati dicendoci che non potevano fare niente“. “Arrivano con le volanti a fari spianati e luce lampeggiante. Gli spacciatori li vedono già a distanza e si nascondono. Dopo 10 minuti tornano alla loro postazione di spaccio baldanzosi e sorridenti. Li ho visti con i miei occhi”. “Sono tre anni che chiamo la Polizia regolarmente e li segnalo. Hanno messo le telecamere ma io vedo che sono ancora lì, sono sempre le stesse facce”. Queste sono alcune delle dichiarazioni, a toni più o meno moderati, che si sono sollevate.

I commercianti del quartiere sono i più scoraggiati: “Sono anni che hanno una postazione di spaccio vicino al mio negozio. Telefoniamo alla Polizia regolarmente ma hanno le mani legate. Ora questi (gli spacciatori) si stanno facendo ancora più prepotenti e minacciosi. Ormai mi conoscono. Stasera per esempio, in via Venezia, erano in 3 gruppi da 4 o 5” spiega una signora che gestisce un’attività nella via. Stesso discorso per un collega in via San Leonardo: “Io vorrei partecipare ma ho sinceramente un po’ di paura. Ormai conoscono la mia faccia, siamo sempre noi che giriamo, non vorrei rischiare ripercussioni e vendette”.

Molti tuttavia sono motivati e speranzosi, incitati per esempio dal presidente di CasaPound Parma che ha spesso partecipato alle passeggiate di San Leonardo e a tutte le iniziative simili della città. Da lui la proposta di una festa del quartiere nel principale parchetto dello spaccio, quello in via Verona, e altre iniziative sportive. Infine parole di incitamento a non scoraggiarsi “Sono i cittadini che devono metterci la faccia non i politici. Non dobbiamo lasciare alla microcriminalità la nostra città”. Presenti anche membri dei City Angels, che hanno sempre contribuito alla buona riuscita delle passeggiate.

A conclusione di due ore di dibattito, un po’ stremati, Andrea e Pier Paolo hanno chiuso con un invito e una speranza:”Le passeggiate continueranno se ci sarà il numero e speriamo sinceramente torni la sentita partecipazione. La speranza è che si possa fare un aggregazione anche con gli altri quartieri perché il problema è sentito da tutti e insieme possiamo fare un importante passo avanti”.

(Arianna Belloli)

 

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