Truffano alberghi rubando identità ad avvocato: colpita anche Parma

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Un albergo di Parma è stato coinvolto in una mega truffa a danni di moltissimi hotel in tutta Italia. Spacciandosi per un avvocatessa di Milano si facevano rimborsare spese mai sostenute. Una truffa ben articolata e non certo svolta da principianti.

Ad aprile l’hotel di via Emilia Est riceve una email dal sedicente personale di uno studio legale di Milano per chiedere una prenotazione di 7 giorni perché l’avvocato dello studio dovrebbe seguire un’udienza a Parma. In cambio della ricevuta da segnare per il rimborso spese l’albergatore richiede una fotocopia della carta di identità dell’avvocatessa e un documento che attesti l’autorizzazione da parte dello studio legale.

Il personale dell’hotel visiona anche il sito internet dello studio per assicurarsi che effettivamente questa persona fosse un avvocato e lavorasse per lo studio in questione. Tutto sembra regolare e l’albergatore addebita così la cifra di circa 340 euro nelle due carte di credito indicate dal cliente.

Poco dopo però arriva un’altra email: l’udienza è stata rimandata e si richiede il rimborso spese da effettuare però su un altro indirizzo, per la precisione viene indicato un IBAN che corrisponde a una Posta Pay evolution. Nel frattempo dalla banca che ha in gestione i movimenti dell’hotel arriva un avviso. La banca ha riscontrato che i proprietari delle carte di credito a cui era stato fatto l’addebito non riconoscevano l’operazione ed erano del tutto ignari di questa prenotazione a Parma.

L’albergatore quindi non ha effettuato il rimborso ma, non senza difficoltà, è riuscito a contattare il vero avvocato a cui avevano rubato l’identità per perpetuare queste truffe. La donna ha infatti confermato che molte erano state le segnalazioni di questo tipo da parte di molti alberghi in tutto il paese che l’ha costretta a far partire una denuncia verso ignoti.

La Polizia di Parma in collaborazione con la Polizia postale ha avviato le indagini. Gli agenti sono riusciti a risalire all’identità del proprietario della Posta Pay che risulta essere un nordafricano residente regolarmente a Torino, incensurato. L’uomo si è dichiarato estraneo ai fatti ma la squadra volanti della Polizia di Parma lo ha segnalato tra gli indagati. Inoltre l’uomo non ha mai sporto denuncia per traffici strani con la sua carta e questa constatazione risulta sicuramente sospetta agli agenti. Le due carte di credito a cui era stato addebitato l’importo invece risultano emesse in Olanda a persone estranee ai fatti mentre la fotocopia del documento di identità falso presentava una palese, agli occhi dei poliziotti per lo meno, manomissione. Le cifre del documento infatti erano falsi, con un carattere diverso da quello usato di norma, mentre la foto era originale, recuperata dal sito internet dello studio.

L’avvocatessa ha poi dichiarato alla Polizia che il sito internet su cui l’albergatore si era accertato della sua identità era falso ed era stato creato in Germania, motivo per cui ci è voluto diverso tempo prima di oscurarlo ed eliminarlo dai server. Tempo che ha permesso ai truffatori di perpetuare altri raggiri nel frattempo. Il sito era fatto a regola d’arte, uniche differenze con l’originale erano i contatti telefonici e la via in cui ha sede lo studio legale.

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