San Leonardo, quando lo spaccio diventa a domicilio

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Fabrizia Dalcò, oltre a essere una parmigiana molto nota per il suo ruolo nelle pari opportunità in Provincia, blogger, attivista, collaboratrice con Mario Tommasini, è una cittadina del quatiere San Leonardo. Attraverso i social ci descrive la situazione del suo quartiere:

“Ti racconto questa storia: abito in San Leonardo e, ieri pomeriggio verso le 19, uno dei pony che percorre via Trento e via San Leonardo (ed era riconoscibile, era uno di loro:, ne sono più che certa: lo dico per contravvenire alle critiche che pioveranno sul post) era fermo con la bicicletta davanti a casa mia. Da casa mi chiedevo che cosa stesse facendo e che cosa aspettasse: io guardo dalle mie finestre. Il ragazzo riceve una telefonata ed entra nel condominio. Credo (anzi più ci penso e più ne sono certa) di aver assistito a una consegna a domicilio. Questa mattina mi hanno confermato che la questione sta evolvendo in questi termini: sempre meno sicuri per la strada, i clienti chiedono consegne nelle loro case. Io non sono bigotta e nemmeno un granché moralista. Ma qui stiamo parlando di traffico illegale di stupefacenti e non di pizze… E accade nei nostri condomini! Ma non si può fare qualcosa per sovvertire questo circolo che vede in prima persona solo vittime (i consumatori, dipendenti da sostanze, e i pony, ragazzi che per pochi euro -perché non credo che guadagnino di più – fanno questo ‘mestiere’). Ma che cos’è? La mafia nigeriana? Quella siciliana? Perché, alla legittima denuncia degli abitanti di San Leonardo della situazione, non segue una spiegazione del perché ciò sta accadendo?

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