Ha patteggiato due anni di reclusione (sospesi con la condizionale) una guardia carceraria 36enne accusata di aver procurato a un detenuto un telefono cellulare e un registratore audio.
I fatti risalgono a fine 2014. A corrompere l’agente è stata la promessa, fatta da un pregiudicato 58enne tramite il figlio 33enne, di un posto di lavoro per lui e per un cugino.
Nella cella era poi stato ritrovato il telefonino ed erano scattate le indagini dei carabinieri che avevano portato alla denuncia per corruzione di padre e figlio e alla sospensione dal servizio per la guardia.