Massacrato di botte a Basilicagoiano: fermato un italiano, si costituisce un secondo uomo – FOTO

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Forse un dissidio privato alla base della tragedia, nella notte, a Basilicagoiano. In un condominio al numero 1 di Via Castello, una violentissima lite è sfociata in omicidio. Restano ancora da chiarire le dinamiche: la vittima è un uomo, 34enne tunisino, Mohamed Habassi.

Il corpo dell’uomo era riverso in un lago di sangue, in cucina,  e presentava segni di un uno scontro brutale, di un massacro, un accanimento, forse post mortem: nell’appartamento, in una palazzina affollata da extracomunitari e anziani, caos, sangue, segni di colluttazione.

Gli autori presunti della violenza sono scappati all’arrivo della pattuglia, che non si aspettava un simile epilogo per quella che era stata descritta, in un primo momento, quando sono stati chiamati i soccorsi, dopo oltre sessanta minuti di grida e botte, come una banale lite.

Due gli uomini, inizialmente, in fuga, ma il terzo – un italiano di 40 anni – è stato già fermato dai Carabinieri, mentre continuano i rilievi e le indagini anche sul luogo del crimine. In serata un secondo uomo si è costituito in caserma.

IL RACCONTO DEI VICINI – I vicini hanno raccontato di grida violentissime provenienti dall’alloggio tra la mezzanotte e l’una della notte tra lunedì e martedì, poi, di tre persone viste infilarsi, poi fuggire, nell’alloggio al piano terra, pare, scavalcando il terrazzo.

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Il contratto di affitto dell’alloggio è ancora intestato alla moglie dell’uomo, Giovanna Tranchida, 32 anni, originaria di Marsala, postina di Montechiarugolo e dintorni, morta lo scorso agosto in un drammatico incidente stradale: si scaraventò con l’auto in un canale. In macchina con lei, il figlio, sotto shock ma illeso, mentre la mamma moriva.

Il figlio dei due, appunto, sei anni, è stato portato in Tunisia poco dopo la morte della madre: di pochi mesi fa, sul profilo Facebook dell’uomo, dichiarazioni d’amore per i figlio, ritratto proprio sul balcone dell’alloggio divenuto luogo di morte.

Sul posto gli uomini della scientifica hanno sequestrato una spranga, una mazza e un manico di scopa, un badile, probabili armi del massacro.

Ciò che ancora non risulta chiaro è il movente, per ora, archiviato come “motivi personali”: l’uomo, disoccupato, da alcuni mesi condivideva l’appartamento col cugino, infastidiva i vicini tenendo la musica alta e le finestre aperte, dopo averli, per mesi, resi involontari complici delle liti domestiche con la moglie, fatte di screzi, grida, urla rabbiose.

Alle numerose richieste di pagamento dell’affitto, mai saldato, aveva risposto barricandosi in casa.

 

 

 

 

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