Rems, altra fuga: 45enne subito riacciuffato

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Non c’è pace per il Rems. Dopo l’allentamento, alcune settimane fa, di Wajdi Axyi, “in cura” dopo un tentato omicidio (LEGGI), domenica primo maggio se ne è registrato un altro.

Lo rende noto L’Ausl di Parma che informa come “domenica primo maggio un ospite si è allontanata dalla Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Mezzani senza autorizzazione ma è stato subito riaccompagnato all’interno del centro. Non è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine che sono stae comunque allertate.

Il personale in servizio, operatori sanitari e vigilanza, si è reso conto dell’accaduto grazie al sistema di videosorveglianza e si è quindi subito attivato” – precisa la nota.

Il fuggitivo, anche se tale non può essere considerato poiché la Rems è un ospedale, e non un carcere, è un quarantacinquenne, in attesa di processo, arrivato alla Rems di Mezzani lo scorso 28 aprile, inviato dal magistrato di Bologna, a fronte di una perizia di infermità mentale, che richiedeva quindi la revoca immediata del carcere: per lui non era ancora stato ancora definito alcun progetto di riabilitazione e reinserimento nella società.

“Una tale mancanza rischia di minare il sistema delle neonate Rems, che invece si basano su un percorso di responsabilizzazione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. Questo percorso per funzionare al meglio deve essere realizzato in modo coordinato e con la collaborazione di tanti soggetti: la magistratura, l’Azienda sanitaria, le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato, i cittadini.

Le Rems non sono strutture nate per un’accoglienza in condizioni di emergenza. La buona prassi vuole le Rems come soluzioni per l’esecuzione di misure definitive, con un’ipotesi progettuale riabilitativa e con una presa in carico da parte dei servizi di salute mentale già in essere” – precisano dall’azienda sanitaria.

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  1. ENNESIMA FUGA DAL REMS DI MEZZANI, RAINIERI (LN): “INACCETTABILE LA PRECARIETA’ DELLA SITUAZIONE. IN PERICOLO GLI OPERATORI SANITARI E GLI OSPITI DELLA STRUTTURA, ALFANO E IL PREFETTO INTERVENGANO”

    “Se due indizi fanno una prova, ora abbiamo avuto la dimostrazione che il sistema delle Rems, così come è, non funziona. Almeno per quanto riguarda quella di Mezzani: dopo la prima fuga, di un colpevole di tentato omicidio, domenica ha tentato il bis un quarantacinquenne in attesa di condanna definitiva. Aspettiamo il morto per cambiare le cose?”.

    Fabio Rainieri, vice presidente dell’Assemblea Legislativa Emilia Romagna, non ci sta. “Già il Carroccio aveva manifestato più volte in Regione come fosse pericoloso che la gestione di determinati “ospiti” fosse passata dall’autorità giudiziaria ai Dipartimenti di Salute mentale, e come preoccupasse la totale assenza della polizia carceraria in queste strutture, almeno con un effetto di deterrenza. Effetto di deterrenza “compensato” spesso con abusi di psicofarmaci e immobilizzazioni a letto.

    Ora i fatti” – continua Rainieri – ci danno ragione. Solo la velocità degli operatori, che hanno anche messo a rischio la propria incolumità, ha evitato che anche questo evaso si desse alla macchia. E se non lo avessero preso? E’ gravissimo come sottolinea la stessa Ausl, che il trasferimento dell’uomo sia stata una cosa improvvisa e all’ingresso non vi sia stata la definizione di un progetto riabilitativo.

    Dal momento” – si chiede l’esponente leghista – “che l’ Ausl fa notare come le Rems debbano essere strutture per l’esecuzione di misure definitive, con percorsi di responsabilizzazione e cura studiati ad personam, e non d’emergenza, Alfano, il suo Ministero e il Prefetto come pensano di ovviare a questi gravi accadimenti ed evitare che si ripetano? Ascolteranno i nostri suggerimenti, per la tutela di tutti, o proseguiranno sulla loro strada, danneggiando e lasciando nella paura l’intera comunità?”.

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