Un anno e mezzo dopo l’alluvione, tra soluzioni e paure

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Ancora una volta i lavori di messa in sicurezza degli argini del Torrente Baganza fanno scoppiare polemiche e malcontento tra i residenti della zona che, nell’ottobre del 2014, fu colpita da una violenta alluvione.

Questa mattina, infatti, si è tenuto un incontro a cui hanno partecipato Michele Alinovi, assessore all’Urbanistica, Francesco Capuano, dirigente del Servizio tecnico di Bacino della Regione Emilia-Romagna, Enrico Ottolini, Rappresentante del WWF Parma, Francesco Puma, in rappresentanza dell’Autorità di Bacino, i proprietari delle due aziende presenti nei due punti più critici del torrente (Fbr e Pinazzi) e i rappresentanti del comitato dei cittadini alluvionati.

Intervenuti sul posto, si è voluto subito chiarire ai cittadini del quartiere la legittimità dei lavori per la realizzazione del sistema di garanzia degli argini. In particolare, Alinovi ha sottolineato che si provvederà alla verifica di quei tratti di argine inclusi in proprietà private, al fine di monitorare l’andamento dei lavori e il rispetto dei progetti di rinforzo di entrambi i lati del letto del torrente. L’obiettivo primario è di recuperare spazi necessari al corretto corso delle acque del Baganza e, a tal proposito, l’assessore si è detto soddisfatto di come stiano procedendo i lavori, proponendo un’opportuna valutazione dei progetti di intervento predisposti dalle due aziende.

Tra le soluzioni necessarie, Alinovi ha richiesto la costruzione di un dosso proprio all’ingresso dell’azienda Fbr. All’idea iniziale dei sacchi di sabbia da apporre in quel punto, è subentrata la necessità di un intervento fisso, per recuperare quota rispetto al livello dell’acqua del torrente Baganza. Nel caso della ditta Pinazzi si sta pensando a una barriera automatica, da far scattare in caso di piena; un’opzione ritenuta più efficace in caso di evento improvviso, come confermano l’Autorità di Bacino e il Servizio Tecnico del Bacino.

Nonostante i lavori procedano come da programma e le soluzioni prendano vita, i residenti hanno polemizzato sulla lentezza della burocrazia e su alcune soluzioni proposte, ritenute non adeguate a un possibile nuovo evento. Chiedono maggiore sicurezza per il futuro e tutela per le loro case, non più luogo sicuro.

Stesse perplessità sono state espresse dal rappresentante di WWF, convinto che interventi tanto invasivi – di restrizione del corso del torrente – non possano far altro che alimentare dubbi sulla sicurezza della zona in futuro. Interventi di messa in sicurezza sarebbero indispensabili a monte del fiume, al fine di prevenire una discesa della piena ad alte velocità, come accaduto un anno e mezzo fa.

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