Macchinette cambiamonete: banconote reali in cambio di fac-simile. Due indagati

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Avevano scoperto che introducendo banconote fac-simile nella macchinetta cambiamonete potevano mettere facilmente in tasca soldi reali. E così hanno fatto in una sala giochi della prima periferia cittadina. Sono però stati rintracciati e denunciati dalla polizia A.D.V., 25enne, e M.Z., 56enne, entrambi originari e residenti a Napoli.

Era il 12 gennaio quando la titolare della sala giochi notava l’atteggiamento sospetto di due avventori mai visti in precedenza. Stazionavano troppo tempo accanto al cambiamonete e si dividevano quando erano avvicinati. All’arrivo del gestore, infine, se ne erano andati in fretta.

A quel punto il titolare (che aveva preso targa e modello dell’auto dei due)  provvedeva ad aprire il cambiamonete scoprendo così che le ultime banconote inserite erano 10 pezzi da 20 euro di “sospetta falsità”: tutte erano prive del numero di serie e recavano la scritta FACSIMILE.

E’ stato quindi richiesto l’intervento della polizia che ha acquisito le immagini della videosorveglianza e iniziato le indagini.

L’auto risultava essere una vettura presa a noleggio da parte dei due cittadini napoletani, entrambi gravati da numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio.

In particolare entrambi erano stati arrestati in flagranza il 20 gennaio dalle Volanti di Brescia per il reato di furto, in quanto fermati dopo aver inserito alcune banconote da 20 euro recanti la scritta facsimile all’interno di un cambiamonete posto all’interno di un bar ed in seguito avevano reinserito la moneta ottenuta, in un secondo cambiamonete, ottenendo quindi delle banconote autentiche.

Apparendo evidente il loro coinvolgimento anche nell’episodio “parmigiano” di due settimane prima, gli investigatori della Sezione Antirapine hanno provveduto a confrontare le foto segnaletiche con le immagini che li ritraevano all’interno della sala slot. Tale confronto ha permesso di stabilire con assoluta certezza che si trattava delle stesse persone.

A.D.V. e M.Z. sono quindi stati indagati in stato di libertà per il reato di furto aggravato in concorso.

 

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