Rientrati in Italia i due tecnici della Bonatti rapiti in Libia 8 mesi fa

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Commosso e lungo abbraccio di Gino Pollicardo e Filippo Calcagno con i loro familiari, all’arrivo all’aeroporto di Ciampino dei due tecnici italiani liberati in Libia dopo un lungo sequestro. Scendendo all’alba dalla scaletta dell’aereo che li ha riportati da Tripoli in Italia, Pollicardo e Calcagno sono apparsi provati ma sollevati. Ad accoglierli anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

I due tecnici scesi dall’aereo e accompagnati da Gentiloni stavano ancora percorrendo i pochi metri verso la palazzina di rappresentanza del 31 stormo, quando dalla soglia si sono precipitati ad abbracciarli i parenti. Prima Ema con i figli Gino e Yasmine e due nipoti si sono stretti piangendo e gridando di gioia a Pollicardo; subito dopo la stessa scena si è ripetuta da parte di Maria Concetta Arena con i figli Cristina e Gianluca e la nuora Loana nei confronti di Calcagno. Subito dopo i due tecnici finalmente sbarbati, stanchi ma felici hanno trovato conforto nella sala di rappresentanza. E lì sono cominciati i racconti.

Il racconto. I due hanno detto che mercoledì i carcerieri hanno prelevato Salvatore Failla e Fausto Piano, forse per effettuare un trasferimento in una nuova prigione. Da allora Pollicardo e Calcagno non hanno più incontrato i loro sequestratori e non hanno ricevuto né acqua né cibo.

Calci e pugni. Pollicardo e Calcagno hanno subito violenze psicologiche e fisiche, hanno raccontato oggi agli inquirenti. Gli ostaggi italiani sarebbero stati picchiati con calci e pugni e in alcuni casi colpiti con il manico del fucile. Le violenze sarebbero state anche di natura psicologica alla luce del fatto che i carcerieri a volte non somministravano loro cibo per alcuni giorni.

Criminali comuni, non legati a Is. Secondo quanto emerge dalle parole dei due tecnici, il gruppo che li ha tenuti prigionieri sarebbe composto da islamisti non direttamente riconducibile all’Is. Si tratta quasi certamente una banda di criminali comuni. Secondo quanto ricostruito dai due con gli inquirenti, nel corso dell’audizione di oggi, i quattro italiani sono stati tenuti prigionieri sempre nella zona di Sabrata e sempre dalle stesse persone. Due i carcerieri che si alternavano. Del gruppo faceva parte anche una donna.

E intanto monta la rabbia dei familiari di chi non ce l’ha fatta. Come Rosalba Failla, moglie di Salvatore, che ha detto senza mezzi termini: “lo Stato italiano ha fallito, la liberazione dei due ostaggi è stata pagata con il sangue di mio marito”. Mentre il presidente della Bonatti Paolo Ghirelli ha ammesso che “l’obiettivo è stato raggiunto soltanto a metà”. Una volta rientrati, Pollicardo e Calcagno saranno ascoltati dalla procura di Roma per fare luce sui numerosi punti oscuri della vicenda. Al momento, infatti, non c’è certezza sulla dinamica che ha portato al loro rilascio e alla morte dei colleghi: blitz o fuga, esecuzione o fuoco ‘amico’. E soprattutto, chi li ha tenuti prigionieri per così tanto tempo: criminali comuni, milizie locali o gruppi jihadisti. (ANSA)

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