Dipendenti Bonatti rapiti in Libia: liberati Pollicardo e Calcagno

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“Io sono Gino Pollicardo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 5 marzo 2016 siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente, ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia”.

Questo il messaggio scritto in stampatello su un foglietto di quaderno pubblicato sul profilo Facebook di Sabratha Media Center, unitamente alla foto che mostra Gino Pollicardo e Filippo Calcagno dopo la liberazione.

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Così è ufficiale, sono stati liberati in Libia Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due dipendenti dell’azienda parmigiana Bonatti, con sede agli Spip,  rapiti la scorsa estate.

La conferma era arrivata da fonti governative dell’intelligence nel giorno seguente quello della morte degli altri due operai della Bonatti, Salvatore Failla e Fausto Piano, che sarebbero rimasti uccisi in uno scontro a fuoco tra fazioni rivali (LEGGI).

Mentre il presidente del Copasir, il senatore leghista Stefano Stucchi ancora rallentava gli entusiasmi: “È arrivata la notizia anche a me, ma devo ancora confermarla con l’intelligence” diceva, aggiungendo, “avevamo sempre detto che l’importante era riportarli a casa vivi”, a confermare la liberazione il figlio e la moglie di Pollicardo nella prima mattinata di giovedì.

“Mi ha telefonato, ha detto che viene a casa” – ha raccontato la donna in lacrime, mentre il figlio aggiungeva: “E’ finita, è finita”.

“Quello che so è che è stata un’azione collegata a quella che ha portata purtroppo alla morte degli altri due italiani, dopo le confessioni della donna che era stata bloccata e ha dato indicazioni sul posto dove erano tenuti; e’ una zona complicata” ha spiegato l’inviato de La Stampa in Libia, Domenico Quirico, ai microfoni di Rainews24.

 

Il commento del sindaco Pizzarotti:

“Apprendiamo con sollievo che Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sono liberi e presto saranno restituiti alle loro famiglie, dopo tanti mesi di angoscia e dopo le convulse ultime ore vissute in prigionia.

Tiriamo un sospiro di sollievo insieme ai loro familiari, ai compagni di lavoro a all’azienda Bonatti, dopo l’angoscia che ha fatto seguito ai tragici eventi di ieri, sui quali auspichiamo che sia fatta piena luce, pur nella dolorosa consapevolezza che ciò non renderà meno amaro il dispiacere per la morte degli altri due lavoratori sequestrati.

A Gino e Filippo va tutta la nostra solidarietà e, sicuri di interpretare i sentimenti dell’intera comunità di Parma, esprimiamo la gioia per la loro riacquistata libertà, nella certezza di averli presto in Italia”.

 

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