Calisto Tanzi in Tribunale: “Sto meglio. Il Parma? Lo seguo ancora”

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E’ tornato in Tribunale, Calisto Tanzi, dopo due anni dall’ultima comparsa in un’aula di giustizia, in un flash in cui compariva emaciato, smagrito, con la cannetta al naso, provato da carcere prima, arresti domiciliari poi, per le numerose condanne subire per il crac del secolo, quello di Parmalat.

E’ stato sentito in Procura per la prima udienza, in fase di incidente probatorio (acquisizione prove), in un procedimento per bancarotta fraudolenta contro quattro manager del colosso finanziario JP Morgan.

E’ parso in buona salute  Tanzi, 77 anni computi da poco: accompagnato dal legale e amico Franco Magnani è arrivato in Tribunale intorno alle nove, ed è stato interrogato dai gup Dalmonte e Russo davanti al pm Artusi.

Poi, ha scambiato due chiacchiere con la stampa, ammettendo di stare meglio, “qualche giramento di testa ogni tanto, ma va bene così”.

Ai giudici ha detto “quello che mi ricordo, sono fatti del 1996, ho fatto quello che potevo”, ma non ha voluto commentare alla domanda se stia pagando solo lui per tutti opponendo un “no comment” a “verranno punite anche le banche oltre a lei?”.

Poi si è allontanato, con un cenno della mano che ha ricordato i tempi di lattosio, pardon, di platino dell’ex re del latte, e un commento sul Parma Calcio: “Certo che lo seguo ancora, lo seguirò sempre. Del crac non ho nulla da dire ma sono felice che sia ripartito, spero continui”.

E via direzione la sua villa di Alberi, dove un Tribunale di logica e buon cuore gli ha concesso di passare domiciliari umani, in attesa delle condanne definitive per quello che si, rimarrà il più grande crac del secolo.

 

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