Cariparma Crédit Agricole, nel 2015 l’utile netto sale a 221 milioni

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Il gruppo Cariparma Crédit Agricole archivia un 2015 da incorniciare con un utile netto pari a 221 milioni, in crescita del 38% rispetto al 2014, includendo i contributi ordinari e straordinari al Fondo di Risoluzione e al Fondo di Garanzia dei Depositi. L’utile netto gestionale è risultato pari a 250 milioni e il risultato ante imposte ha raggiunto i 350 milioni (+19% sul 2014).

Numeri importanti ma ancora provvisori, in attesa che il consiglio di amministrazione del Gruppo Cariparma Crédit Agricole – che oltre a Cariparma comprende la Banca Popolare FriulAdria, Cassa di Risparmio della Spezia, Crédit Agricole Group Solutions e Crédit Agricole Leasing Italia – presieduto da Ariberto Fassati, approvi i bilanci 2015 nella riunione del prossimo 22 marzo.

Dal bilancio provvisorio risultano inoltre, proventi operativi netti per 1.773 milioni (+3% sul 2014), oneri operativi a 966 milioni, un risultato della gestione operativa pari a 807 milioni (+5% sul 2014) e un costo del credito a 402 milioni (-12% sull’anno precedente). Inoltre la raccolta diretta è cresciuta del 5% a 39 miliardi, quella indiretta del 6% a 60,2 miliardi e quella gestita dell’11% a 25,5 miliardi. Il Common Equity Tier 1 si attesta all’11,4%, il Total Capital ratio al 13,5% e il ROTE (Return on Tangible Equity) al 7,5%. La copertura dei crediti deteriorati sale al 40,5%, mentre la copertura sofferenze stabili è al 57,6%. Cariparma Crédit Agricole vanta anche il miglior rating Moody’s in Italia: A3. Liquidità in aumento: LCR pari al 114%.

In crescita le masse intermediate: a dicembre 2015 il riusultato è pari a 136 miliardi di euro (+3% sul 2014), con la raccolta diretta che lievita del 5%. Crescono anche gli impieghi con lo stock mutui casa a +6% e i finanziamenti alle imprese a +2%). Ottima performance infine per il risparmio gestito (+11% sul 2014). Il gruppo ha poi acquisiti 110.000 nuovi clienti.

“In un quadro congiunturale e normativo ancora piuttosto complesso – sottolinea l’amministratore delegato Giampiero Maioli  – il Gruppo Cariparma Crédit Agricole ha saputo cogliere i primi segnali della ripresa, riuscendo a conseguire anche nel 2015 performance commerciali rilevanti, migliorare ulteriormente il profilo di redditività e confermare livelli adeguati di solidità e liquidità. Sono estremamente soddisfatto di questi risultati. Continuiamo ad investire per crescere in tutti i segmenti, per innovare il modello di servizio e per conquistare la fiducia e la soddisfazione dei nostri clienti. La nostra gestione trasparente ed equilibrata ci ha consentito in questi anni di raggiungere una solidità patrimoniale che ci pone ai vertici del sistema bancario italiano e ci permette di guardare al futuro con grande ottimismo”.

La capofila Crédit Agricole, intanto, ha annunciato un piano di semplificazione della struttura proprietaria di tipo mutualistico, al fine di rassicurare gli investitori sulla solidità e redditività della società quotata in Borsa. Si prevede il riacquisto da parte delle 39 banche regionali della partecipazione del 25% detenuta finora da Crédit Agricole SA con un’operazione da 18 miliardi di euro. Le banche regionali oggi detengono infatti il 56% di Crédit Agricole che a sua volta detiene il 25% di quest’ultime. Cedendo del tutto questa quota, di fatto la maggioranza di Crédit Agricole sarà nel portafoglio delle 39 casse regionali. L’operazione dovrebbe produrre effetti positivi sulla redditività operativa del 10% tra il 2016 e il 2019, oltre a consentire il pagamento di un dividendo cash nel 2016 con un payout ratio del 50%, a differenza del passato in cui le banche controllanti avevano ricevuto dividendi solo in azioni.

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