In morte di Anna Maria Bianchi, il ricordo di Gabriele Majo

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GABRIELE-MAJO-Foto-Franco-Sacc-Archimmagine-007.jpg(Gabriele Majo, da www.stadiotardini.it) – La notizia della prematura scomparsa di Anna Maria Bianchi – prematura perché 65 anni non sono poi così tanti, ma anche perché improvvisa per un’aneurisma che l’ha colta mentre era in vacanza – mi è piombata addosso, via WhatsApp, mentre stavo concludendo il precedente articolo sulle nostre piccole e grandi miserie quotidiane cioé quel WhatsApp Gate che sta tenendo col fiato sospeso tutti coloro che hanno i colori Crociati nel cuore: Anna Maria Bianchi era per me come una sorella più grande, visto che apparteneva alla mia “seconda famiglia” quella della Radio, in particolare dei pionieri della prima emittente libera italiana, Radio Parma, che mi accolse in tenera età (11 anni) finendo per dare un preciso indirizzo a quella che sarebbe stata la mia vita professionale, anzi alla mia vita tout court. Prima di passare ai ricordi personali di quei tempi, però, visto che StadioTardini.it si rivolge a una platea di sportivi appassionati del Parma Calcio cito subito quella che potrebbe esser stata una esperienza magari marginale nella vita di Anna Maria, ma che resta indelebilmente scolpita nella mente di tutti i tifosi: finita l’era spaziale del Bulova Accutron col Parma approdato in serie A grazie al mix Famiglia Ceresini-Parmalat, Anna Maria Bianchi, famigliare volto di Tv Parma, veniva ingaggiata dal sodalizio Crociato quale speaker ufficiale dello Stadio Tardini, compito che, se non ricordo male, svolse diligentemente fino alla fine del mandato Pedraneschi o forse appena dopo ai tempi di Malesani allenatore. Era lei che, dagli altoparlanti di Viale Partigiani d’Italia annunciava le formazioni delle squadre in campo, con il franco simone e anna maria bianchisuo gentile tratto femminile e lontana anni luce da quella teatrale spettacolarità che avrebbe poi contraddistinto gli eredi in epoche più moderne. Quando ripartimmo dalla Serie D, avendo il responsabile dell’area comunicazione anche il compito di identificare quale speaker sottoporre ai sommi vertici, confesso che feci più di un romantico pensiero a un Suo ritorno al microfono, proprio per riproporre un revival di allora, anche se poi non combinammo la cosa, proseguendo sul solco della tradizione post-moderna. L’ultima volta che ci siamo whatsappati (forse era anche la prima) era stata l’11 Aprile del corrente anno, allorché Le mandai alcune foto, ricevute da una cara amica curatrice di un libro in uscita sugli albori della radiofonia locale, che la ritraevano nel lontano 1975 con alcuni personaggi di allora di cui ci sfuggiva l’identità – uno di quelli era il cantante Franco Simone, mi avrebbe poi scritto – e soprattutto chi aveva effettuato gli scatti, per motivi di copyright. Ci salutammo con il comune desiderio di restare in anna maria bianchi carlo drapkindcontatto, anche se, a pensarci bene, con Lei ed i Radio-Pionieri di allora, purtroppo, ci si rivedeva sempre per dei funerali, a cominciare da quello dell’indimenticato direttore Carlo Drapkind, poi a seguire del fondatore e primo proprietario Virginio Menozzi, quindi del radiocronista Giuseppe “Pino” Colombi, della redattrice Elisabetta Zanlari,  poi anche Felice da Parma. Mai e poi mai avrei pensato che stavolta potesse toccare a Lei, lasciarci, ancora così bella come quando aveva 23 anni ai tempi in cui l’avevo conosciuta. Il 14 Giugno del 1975, a condurre “Buongiorno Signora” toccava non a lei, ma a Pia Russo: fu con un’intervista a me di Drapkind, inserita in quel contenitore mattutino, che in pratica iniziò la mia “carriera”: il direttore – al termine della conversazione con me ed Andrea Novellini, mio vicino di casa di allora e compagno di quella pazza trasferta dal quartiere Mutti-Lubiana in Oltretorrente – tra il serio e il faceto disse: se volete considerarvi tra i nostri più giovani collaboratori… ed io, ovviamente, il giorno dopo fui lì. Iniziai da vivandiere, portando i panini ai ragazzi più grandi, ma dopo pochi mesi condussi il mio primo programma musicale, anche se avevo ancora la voce “bianca”, Juke Box in tandem con l’altro enfant prodige dell’emittente, Luigi Furlotti, che però aveva 16 anni e non 11… Da tutti, inclusa Anna Maria, in quei tempi cercavo di assorbire qualcosa, un segreto tecnico, o di approccio alla conduzione, etc. Di quei tempi eroici, una decina di anni fa, avevo “salvato” e broadcast italiariproposto sul web attraverso il portale Broadcast Italia, alcuni spezzoni audio originali: con grande raccapriccio, prima di scrivere questo ricordo, ho verificato che il file contenente la riproduzione di una trasmissione di Anna Maria del 1976 non è fruibile, credo per un banale errore di caricamento: mi sarebbe piaciuto poterla ricordare facendo riascoltare quella “teca”. Si trattava, come si legge nella presentazione di accompagnamento che avevo preparato di: “Incontro con le Orme” è un programma andato in onda su Radio Parma a partire dalle 18.12 (e su questo non ci piove, dal momento che la “storica” annunciatrice Anna Maria Bianchi – la prima a pronunciare una parola in diretta su una Radio Libera – lo afferma in apertura dello stesso) del 27 dicembre 1976 (in questo caso, invece, come spesso ci succede quando riesumiamo i reperti di allora, andiamo per deduzione: in conclusione di programma, infatti vengono lette alcune dediche, con gli auguri, con un giorno di ritardo, ad alcune persone che si chiamano Stefano e Stefania, quindi immaginiamo che si tratti del 27 dicembre, mentre l’anno è certamente quello di uscita dell’album Verità Nascoste, cioè il 1976). Fatica per la datazione che mi sarei anna maria bianchi radio parmarisparmiato se, mannaggia a me, avessi avuto l’accortezza di appuntare sulla scatola della mini-bobina Scotch 3M anche la data di incisione, oltre alla dicitura “Presentazione 7° album delle Orme, speaker Anna Maria Bianchi, tecnico del suono Gabriele Majo, mono, velocità 7 ½”…  Il programma si apriva con “Insieme al concerto” , la prima di alcune canzoni dell’ LP che Radio Parma presentava ai propri ascoltatori in collaborazione con la casa discografica Phonogram. Tra un brano e l’altro Anna Maria leggeva alcune parti dei testi delle canzoni e citava alcune parole di Tony Pagliuca, che spiegava quanto fosse importante per il complesso questo album, concepito interamente a Los Angeles in California, avendolo tra l’altro anche arrangiato, prodotto e mixato. In quegli anni era particolarmente sentito il problema della droga: nel brano “Ad Amsterdam” se ne fa riferimento in termini assai realistici…”. Mi piacerebbe ritrovare il file e riproporlo, ma chissà in quale vecchio pc mi è rimasto. Nel ’78 lasciai Radio Parma per trasferirmi a Radio Emilia: pochi mesi dopo, terminata una lunga fase sperimentale che mi aveva peraltro visto tra i protagonisti attivi, iniziarono le trasmissioni regolari di Tv Parma, nel frattempo integrata nel gruppo editoriale della Gazzetta di Parma: Anna Maria, selezionata quattro anni prima proprio quale volto della Tv, ma passata alla storia come prima annunciatrice di una Radio privata, finalmente approdò anche sul piccolo schermo, diventando un indelebile simbolo, che avrebbe resistito anche dopo il successivo trasferimento al centralino della Gazzetta dove terminò la propria attività. Arrivederci, Anna Maria, sorella di Radio. Gabriele Majo (direttore responsabile di www.stadiotardini.it)

 Il funerale si terrà lunedì: la salma partirà da Massa alle 13,30, l’arrivo a Pianadetto – il suo paese d’origine – è previsto per le 15.

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