Richiedenti asilo volontari nel centro estivo per ragazzi disabili- Dalla Regione: “Non si viola regolamento”. Lega: “Pd d’accordo con Pizzarotti contro leggi nazionali”

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Una interrogazione del vice presidente in assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, Fabio Rainieri, porta in regione la polemica scoppiata a Parma dopo la notizia che alcuni immigrati richiedenti asilo avrebbero partecipato quali volontari in un centro estivo con minori disabili.

Dalla Lega di Parma la presunta violazione del regolamento nazionale presente nella proposta del Comune di Parma e dell’asessora Laura Rossi era arrivata alla regione e a rispondere l’Assessora al Welfare, Elisabetta Gualmini, durante la seduta della Commissione Assembleare Sanità e Politiche sociali riguardo all’interrogazione che aveva presentato Rainieri insieme ad altri tre Consiglieri regionali del Gruppo Lega, sull’utilizzo di richiedenti asilo come volontari in un centro per minori disabili a Parma. L’assessora ha confermato che nessuna violazione è in atto in quanto i volontari non sono tenuti a presentare un curriculum e delle qualifiche come invece spetta agli operatori e assistenti dipendenti.

Risposta che non ha trovato ovviamente consenso da parte del leghista Rainieri che commenta in una nota: “La Giunta regionale è d’accordo Pizzarotti anche quando viola le sue stesse regole oltre che le leggi nazionali

“Insistere, come fa l’Assessore Gualmini in linea con il buonismo di Pizzarotti e quello del PD, nella distinzione tra dipendenti che per lavorare con i minori devono presentare il certificato penale e volontari che non lo devono presentare, non regge – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – La delibera regionale sui centri estivi rimanda espressamente alla legge nazionale che è chiarissima e non suscettibile di essere diversamente interpretata: chi svolge attività professionale o volontaria a contatto con minori, deve sempre presentare un certificato penale attestante che non ha commesso reati contro minori. È una regola che dovrebbe valere per tutti, non come spesso capita solo per gli italiani e non per i clandestini che quasi mai possono presentare un certificato penale perché nemmeno si conosce la loro identità. Ed è stata prevista per tranquillizzare i genitori che giustamente vogliono il massimo controllo sulle persone che vengono a contatto con i loro figli. Questi richiedenti asilo non devono certo stare senza far niente, ma dovrebbero essere impiegati in attività non così delicate”.

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