“Vado al cinema The Space Cinema del Barilla Center, e scopro che c’è una novità. Ora, oltre a pagare il biglietto, le persone disabili, dentro le sale, vengono separate dai propri accompagnatori. Io non ci potevo credere”.
La denuncia arriva da Umberto Guidoni, ragazzo con disabilità fisica che alle scorse elezioni amministrative si candidò nella lista di Parma Protagonista.
“Ero con altre due persone, che sono state obbligate a comprare i biglietti per i posti nella fila sottostante la mia. Come da nuovo regolamento”. Prima di questa nuova regola non solo le persone in sedia a rotelle non pagavano il biglietto d’ingresso ma avevano la possibilità di far sedere i propri amici e accompagnatori nei sedili dell’ultima fila, vicino alla persona in carrozzina. Ora invece gli accompagnatori devono comprare il biglietto e prenotare il posto nella fila sottostante.
“Una persona disabile ha necessità di avere i suoi accompagnatori a fianco perché non tutti sono autosufficienti. Anche per bere un bicchiere d’acqua molti di noi hanno bisogno di aiuto”.
L’appello poi alla società, “Vorrei che The Space Cinema capisse il vero significato di “accompagnatore”. Dividendo una persona con disabilità dai propri accompagnatori si va contro la Convenzione ONU sul diritto alle Persone con disabilità approvato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità nel dicembre 2006. Come recita l’Articolo 19 “le persone con disabilità abbiano accesso ad una varietà di servizi di sostegno domiciliari, residenziali e di altro tipo, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere ed essere incluse nella società e impedire che siano isolate o segregate dalla collettività; i servizi e le strutture destinati alla popolazione generale siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattati ai loro bisogni”.
“Quello che sta succedendo dentro i The Space cinema è profondamente ingiusto. E, almeno questa volta, desidererei avere delle spiegazioni e un chiarimento“.
Uberto Guidoni infatti dichiara di aver chiesto chiarimenti sia la sera stessa sia successivamente, via mail, alla società. Le maschere, ossia gli addetti che controllano le sale, non avrebbero fornito nessuna spiegazione logica alla nuova regola, confermando solo che da circa un mese questo è quanto. Ma una spiegazione Guidoni la cerca e giustamente pretende, le sue domande tuttavia, inviate via mail, non hanno ancora ricevuto risposta.