Il Corriere dello Sport: “L’inchiesta Spezia-Parma non si ferma”

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(da www.stadiotardini.it) – Ieri mattina, traendo un certo sospiro di sollievo, avevamo riferito il lieto annunzio, tratto da una breve di Repubblica, che la Procura Federale era ormai orientata verso l’archiviazione. Di parere opposto, invece,  stamani, martedì 12 Giugno 2018, il Corriere dello Sport Stadio, secondo cui gli investigatori starebbero proseguendo l’inchiesta: “SPEZIA-PARMA NON SI FERMA” urla, ulula, il titolo a tutta pagina del servizio di Edmondo Pinna. Per chi è meno avvezzo alle robe di stampa facciamo presente che il quotidiano è romano – tanto come Repubblica – e dunque potrebbe esser teoricamente vicino al Palazzo. Il fatto gli è, però, che il Palazzo, di solito, quando intende far trapelare qualcosa opta, di solito, sulla più diffusa Gazzetta dello Sport, non a caso il giornale che, quando è scoppiato il caso, aveva i maggiori dettagli, con tutti gli altri a traino, compreso il CorSport, ma non molti meno dettagli rispetto a chi avrebbe dovuto fare lo “scoop” in esclusiva. Questo solo per evitare che ci si fasci la testa in questo otto-volante, che ci porta su e poi precipitevolissimevolmente giù, ricordando che comunque è sempre concreta solo l’ufficialità di una notizia, bella o brutta che sua, e non il semplice spiffero o zefiro. Il non si sa bene quanto ben informato Pinna, armato di condizionali, riferisce che ci sarebbero “altre audizioni in vista, ancora qualcosa da chiarire, magari di marginale, proprio per non lasciare nulla per strada e fare piena luce sugli SMS che Calaiò (soprattutto) e Ceravolo hanno inviato ai colleghi dello Spezia, Fillippo De Col e Alberto Masi. Messaggini sconvenienti, sicuramente, ma che lascerebbero la porta aperta all’accusa più pesante nell’ambito dell’ordinamento sportivo, quello dell’illecito. Perché, per le norme, vale anche il <tentativo di…> e dunque anche l’ultimo SMS, quello che per gli inquirenti potrebbe anche essere un tentativo di allontanare i sospetti (<tanto non gioco>, <non vorrei avessi capito male> o qualcosa del genere, è per dare il senso) potrebbe avere un peso. Il procuratore federale, Giuseppe Pecoraro, stra stringendo i tempi, l’intenzione sarebbe quella di chiudere l’inchiesta entro venerdì, alla vigilia della finale di ritorno tra il Palermo e il Frosinone. Non un caso.” Verso la fine dell’articolo Pinna spiega il perché: “La perdente della finale di ritorno fra il Frosinone e il Palermo avrebbe diritto di presentarsi da terzo interessato in giudizio (solo in caso di deferimento per illecito, ovviamente). A quel punto sarebbe difficile far passare l’afflittività della sanzione alla prossima stagione, ma pure pensare che il Parma possa avere una doppia punizione (perdita della A diretta e impossibilità di giocare ai play off). Un bel ginepraio”. Il giornalista, insomma, vede spianata la strada del deferimento (in particolare di Calaiò) rispetto all’archiviazione avanzata ieri da Repubblica“La Procura sta continuando a valutare il materiale probatorio. Ha già ascoltato sia Ceravolo che Calaiò, la posizione più scomoda sarebbe proprio la sua. I messaggini che ha inviato sono sicuramente sconvenienti, in altre situazioni (diciamo pure con nulla in palio) potrebbero anche inserirsi in un semplice <articolo 1 bis> (lealtà e probità). Ma potrebbero anche inquadrarsi in un tentativo di illecito, il che inguaierebbe (per responsabilità oggettiva) anche lo stesso Parma. Gli 007 di Pecoraro hanno anche ascoltato i giocatori dello Spezia, De Col e Masi, per avere un quadro chiaro della situazione. La volontà è quella di chiudere in fretta, difficile che possa esserci archiviazione. Perché, bene che vada, proprio Calaiò rischia di essere deferito quantomeno per slealtà sportiva (nel caso ammenda per il Parma). Ma – è (notarsi bene l’uso dell’indicativo e non del condizionale “sarebbe”, dunque ne è certo…, ndr) la riflessione che stanno facendo nelle segrete stanze di Via Campania, sede della Procura – è possibile derubricare, tout court, tutto alla slealtà? Ecco il perché di altre audizioni, i prossimi giorni saranno di riflessione. L’indirizzo, per ora appena abbozzato, all’esame delle carte a disposizione, sarebbe quello di inchiodare soprattutto i giocatori alle loro resposanbiltià. In questo quadro non entrerebbe Gilardino per quel rigore sbagliato (sarebbe stato quello dell’1-1), il suo sarebbe un errore punto e basta”.

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