Bandi comunali e Biblioteca- Roberti : “Servono controlli sulla gestione. Qualità e giusto compenso lavoratori è tra le priorità. Il Comune non può non sapere”

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In scadenza il 23 maggio il bando del Comune per assegnare la gestione delle biblioteche pubbliche ad un soggetto esterno in grado di garantire un servizio efficiente e competente, ma Roberta Roberti, consigliera del gruppo misto e membro della commissione cultura del Comune, chiede maggiore chiarezza sulla gestione dei bandi pubblici ed in particolare su quello in scadenza delle biblioteche comunali.

Il bando, come è stato fatto notare fin da settembre 2017 in Commissione Cultura, – spiega la consigliera Roberta Roberti – accorpando i servizi in un unico grande lotto, esclude automaticamente dalla partecipazione le piccole cooperative, impedendo ai soggetti locali di partecipare. Nello scorso bando di gara è risultata vincente una grande struttura di Ferrara che poteva garantire i requisiti richiesti ed anche in questa occasione pare che le maggiori chances le avranno veri e propri giganti che solo in forza delle loro dimensioni possono essere competitivi su appalti del genere.

Credo sia un vero peccato, a Parma ci sono competenze di eccellenza che sarebbero in grado di operare ottimamente nel settore bibliotecario, ma i vincoli di fatturazione annua e i servizi erogati richiesti nel bando le escludono a priori, indebolendo l’offerta culturale e penalizzando di fatto il territorio sia dal punto di vista economico che professionale. Tutto ciò si potrebbe evitare se fossero messi a bando lotti suddivisi in modo da garantire la possibilità di partecipare anche a soggetti minori. Certo, ciò richiederebbe un impegno di coordinamento e controllo maggiore al Comune, ma sono certa che i risultati renderebbero  alla fine vantaggiosa la scelta.

E’ comunque indispensabile che il Comune si assuma il carico di controllare in maniera puntuale e continuativa l’operato del soggetto vincitore, al fine di garantire da un lato la qualità dell’offerta delle biblioteche, dall’altro il regolare inquadramento lavorativo dei dipendenti. Se dal punto di vista dell’offerta culturale un passo avanti sarà effettuato, dato l’impegno dell’ente a stabilizzare una Posizione Organizzativa interna, destinata a fungere da coordinamento tra le varie iniziative e tra i dipendenti diretti comunali e quelli della cooperativa che si aggiudicherà il bando, chiedo sia assunto un impegno preciso e puntuale anche in materia di diritti dei lavoratori.

Stando infatti al bando ora in scadenza, il personale è inquadrato ai livelli C1 e D1, con un costo del lavoro per la cooperativa di circa 16/17 euro orari e  retribuzioni tra gli 8 ed i 9 euro lordi orari. Il Comune ha il dovere di vigilare sul trattamento economico che i gestori corrispondono ai loro dipendenti, prima di tutto per tutelare questi ultimi, in secondo luogo per garantire che vengano assunte persone con le competenze adeguate ai profili richiesti”.

Il rischio è che gli attuali bibliotecari, professionalmente inappuntabili, approfittino della prima occasione utile per migliorare altrove la propria situazione precaria e sottopagata. Come si può pretendere competenza, dedizione e continuità da persone con contratti di tipo socioassistenziale invece che culturale, con un orario concentrato soprattutto nel fine settimana e compresenze ridotte al lumicino? Si richiede loro di svolgere mansioni tra le più svariate, dal prestito alle pulizie degli scaffali all’organizzazione degli eventi, ma soprattutto si trovano a svolgere compiti (come le attività estive rivolte a bambini e ragazzi) per cui non sono adeguatamente formati, retribuiti e assicurati.”

La consigliera del gruppo misto chiede insomma trasparenza sull’operato di chi organizza e gestisce un luogo che potrebbe avere un ruolo fondamentale per la cultura e la socialità.

“Il Comune tiene molto al servizio bibliotecario e ha annunciato di voler implementare e elevare la qualità del servizio. Ottime intenzioni, tuttavia oltre ad un servizio adeguato ai cittadini (ed il primo impegno in tal senso deve essere di tipo edilizio: le biblioteche Civica e Guanda sono ormai ridotte in condizioni quasi inaccettabili), va assicurato anche un giusto compenso a chi vi lavora, senza speculazioni. Mi auguro che i partecipanti al bando in scadenza non si siano sbilanciati in ribassi che si tradurrebbero inevitabilmente per i dipendenti in contratti penalizzanti ed addirittura peggiorativi rispetto al presente.

L’importo dell’appalto è di circa 972.000 euro per un triennio: attualmente le persone impiegate sono 12 per coprire l’apertura a rotazione delle biblioteche nel fine settimana, gli eventi domenicali e l’intera gestione del complesso bibliotecario del S. Paolo. Basta fare due conti: personale impiegato, monte orario richiesto per garantire il servizio e buste paga erogate. I fondi stanziati dal Comune sono sufficienti a chi vince la gara per garantire il pacchetto richiesto e adeguate condizioni lavorative ai dipendenti? Il Comune dovrà verificarlo ed io mi pongo personalmente come garante che questi controlli siano effettivamente eseguiti.”

Ma quali sarebbero le alternative?

Suddividere l’appalto in lotti minori, come dicevo in precedenza, oppure avere il coraggio di fare una scelta più radicale e ripensare ad una gestione totalmente in-house con personale formato dal comune e da esso direttamente dipendente. Ciò garantirebbe nel medio periodo non solo qualità e continuità del servizio e migliori condizioni di lavoro per gli operatori, ma anche risparmi per l’ente, che d’altra parte non può pensare di fare le nozze coi fichi secchi, pretendendo un servizio di alto livello a fronte di un finanziamento forse non sufficiente, sul quale saranno costretti ad esporsi i vincitori del bando, penalizzando i loro dipendenti”, conclude Roberta Roberti.

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