“I fantasmi del greto”: Polizia smantella banda dello spaccio di coca, eroina e hashish lungo il fiume. Cinque tunisini in carcere, sequestrati 65 chili di droga

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Arrestata banda tunisina dello spaccio di cocaina, eroina e hashish che operava a Parma. La loro piazza di vendita si concentrava sul greto del fiume, tra il ponte Dattaro e il Ponte Stendhal. Nascoste tra la vegetazione le dosi pronte alla vendita. Clienti di tutti i tipi, sia italiani che stranieri, di tutte le età e professioni. Sono state documentate centinaia di cessioni.

Sono cinque gli arresti, dopo indagini durate tre anni, eseguiti dalla Squadra Mobile di Parma che ieri ha chiuso l’indagine denominata “I fantasmi del greto”.

Nel corso dell’operazione di “cattura”, iniziata alle 5 di ieri e terminata solo intorno alle 12, le manette sono scattate ai polsi di cinque uomini di origine tunisina e marocchina che domiciliavano in città: Khmais Znazen, 31 anni, detto “Khammousa”, Fakhri Jaouadi, 28 anni e Anis Yakoubi, 33 anni; e due marocchini, Rahal Lachgar, 32 anni, proprietario di una macelleria araba in provincia di Reggio,ma che in passato aveva operato anche a Parma,  e Hamid Abad, 40 anni. Perquisite le abitazioni anche di sette persone indagate.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura di Parma, grazie al PM Andrea Bianchi, richiesta dalla Squadra Mobile di Parma, capitanata dal commissario Cosimo Romano, con l’ausilio del reparto prevenzione crimine Emilia Romagna, dell’Unità cinofila Antidroga di Genova e la scientifica di Parma; sono stati impiegati 30 uomini dalle Squadre mobili di Parma, Milano, Reggio, Modena, Mantova e Sassuolo.

L’indagine ha avuto inizio nell’aprile 2015 quando i poliziotti dell’antidroga venivano a conoscenza, grazie a delle segnalazioni, di un intenso traffico di droga effettuato lungo il greto del Parma, prima nel tratto compreso tra ponte Dattaro e ponte Stendhal, poi in zona Campus, vicino a strada Serra. Ad attirare subito l’attenzione degli agenti un volto noto alle forze dell’ordine, sempre per spaccio, S.O, di origine tunisina. Da pedinamenti e accertamenti è emerso come gli spacciatori ricevessero i clienti lungo la strada che costeggia il fiume, e solo dopo aver incassato e contrattato, recuperava le dosi nascoste nella vegetazione, questo consentiva ai pusher di essere tranquilli in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. Coinvolta anche una donna, N.M., marocchina dell’89, indagata in stato di libertà. Dalle indagini è emerso come non ci fosse nessuno a ricoprire il ruolo di capo all’interno del gruppo criminale, ma che l’insieme delle esperienze permetteva loro di guadagnare diverse decine di migliaia di euro. Sono state infatti documentate oltre 100 cessioni di droga. Quello che offrivano era cocaina, eroina e hashish. Ma non tutti i pusher avevano il permesso di cedere indifferentemente le tre sostanze, i clienti infatti venivano direzionati al pusher di “competenza”.

Risalendo alla filiera dello spaccio, le squadre mobili sono riuscite a ripercorrere a ritroso l’arrivo a Parma in particolare dell’hashish, che proveniva dal Marocco, passando da Malaga, in Spagna, grazie a un corriere della droga che percorreva poi il tratto verso l’Italia in autobus, per passare maggiormente inosservato. L’arrivo a Parma era possibile grazie all’appoggio di un gruppo di cittadini marocchini residenti nell’hiterland milanese, che da Milano la facevano arrivare al macellaio Rahal Lachgar.

Durante un servizio nella città metropolitana, gli agenti di Milano e Parma, hanno intercettato e sequestrato, 34 chili di hashish che arrivava dalla Spagna, permettendo l’arresto di Rahal Lachgar e Tocu Aureliana Roxana.

L’operazione nel complesso ha portato al sequestro di 65 chili di hashish, 100 grammi di cocaina, 150 grammi di eroina. Arrestate in totale, anche negli altri comuni, in particolare, oltre a Parma, Modena e Mantova, 13 persone. Gli arrestati nel parmense sono stati condotti nel carcere di via Burla, nel carcere reggiano Rahal Lachgar.

 

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