La mafia in Emilia cambia volto- Rosy Bindi a Parma: “Nessun territorio è libero dall’ndragheta che dialoga con imprenditori. Pd? Ascolti elettori, sostenga il Governo”

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In Emilia Romagna la mafia è presente e agisce con nuove modalità e personaggi. E’ infiltrata nel tessuto economico ma anche amministrativo pubblico, lo dimostrano le vicende che hanno portato al commissariamento di Brescello. E’ scritto nero su bianco nelle considerazioni dei giudici del caso Aemilia.

A parlare di antimafia molti illustri ospiti al convegno di questa mattina presso il Palazzo del Governatore in piazza Garibaldi a Parma: “La riforma del codice antimafia e la gestione dei beni confiscati per un futuro di legalità e giustizia” organizzato dall’associazione il Borgo, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Prefettura di Parma, del Comune e della Provincia di Parma.

Presenti il sindaco Federico Pizzarotti, il prefetto Giuseppe Forlani, il rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei; il presidente di Il Borgo Luciani e il cordinatore Grassi, il presidente di Aiga Parma, Alessandra Palumbo, il vice presidente di UGDCEC Zanichelli e il presidente della provincia Filippo Frittelli che, nei saluti di apertura, ha osservato come nella recente campagna elettorale, “di mafia se ne è parlato molto poco, per non dire che è stato un tema inesistente. Questo mostra come questo tema sia sceso nelle priorità della politica”. Sono intervenuti al dibattito l’ex senatore Pd, Giorgio Pagliari, Stefania Pellegrini che insegna gestione dei beni confiscati alle mafie all’università di Bologna, Michele Guerra, assessore alla cultura di del Comune di Parma, Monica Cocconi, delegata dell’università di Parma all’anticorruzione e trasparenza, Paola Francesca Ranieri, consigliera comunale del Comune di Parma.

“In questi anni abbiamo avuto la possibilità – ha detto il sindaco Federico Pizzarotti in apertura del convegno – di entrare in possesso di beni e terreni confiscati alla mafia. Questo è un campanello d’allarme significativo che rende evidente e lampante la radicata presenza di infiltrazioni mafiose nel nostro territorio. La forza della risposta delle istituzioni sta nella opportunità di riconvertire questi beni ad usi sociali utili per la comunità”.

Ospite speciale dell’incontro, la presidentessa della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. La ex parlamentare del Pd è stata a capod i una commisione che negli ultimi anni ha visto una eccellente produttività, Due sono  le proposte di legge: sulla riforma organica del Codice Antimafia e sui testimoni di Giustizia.

Non c’è territorio del nostro paese, economicamente interessante, che possa dirsi libero dalla presenza delle mafie e in particolare dell’ndrangheta. – ha commentato Bindi ricordando il processo Aemilia – Sembra tuttavia mancato in tutto questo una intermediazione da parte della politica. I rapporti sono prevelentemente con privati, imprenditori, pubblici funzionari. Un infiltrazione più nell’economia privata. Positivo che politica non ceda alla mafia. Preoccupa molto invece questa disposizione degli imprenditori a interagire con la mafia. Abbiamo più consapevolezza rispetto agli anni precedenti e questo fa sperare“.

Una parentesi è stata aperta anche sullo scarso risultato elettorale avuto dal Pd alle politiche del 2018. “Bisogna rispettare il volere degli elettori – continua Bindi – In democrazia il ruolo dell’opposizione non è meno importante. Con repsonsabilità diverse. Le alleanze si costruiscono con i programmi ma vado con difficoltà questa soluzione ma credo che Pd non possa sottrarsi a una responsabilità di sostenere un Governo che assicuri Legge elettorale nuova e legge di Bilancio. Il Pd dovrà per forza allargarsi alle altre forze politiche con cui fino ad ora ha voluto sottrarsi”.

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