Inchiesta- “Il Soccorso non è Pronto?” Viaggio tra i pazienti accatastati e in attesa da giorni (VIDEO)

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Pronto soccorso in tilt, pazienti accatastati in letti appiccicati uno all’altro, parenti che vagano nel caos, troppi pochi letti per un paese sempre più vecchio e bisognoso di assistenza.

Dopo le lamentele di alcuni lettori, che segnalavano attese infinite, disagi, e raccontavano di parenti abbandonati su barelle per giorni, accatastati ad altri nella stessa situazione, ci siamo finti parenti in visita a un paziente per capire cosa succede davvero, nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Parma. L’intento non è accusare o discolpare qualcuno, solo capire cosa accade, come funziona e perchè.

Tra riforme (peggiorative) della sanità, regionalizzazione sorda dei Pronto Soccorsi, riduzione dei posti letti e scarso lavoro sul territorio, day hospital giornalieri che non esistono e assistenza domiciliare pubblica pressoché nulla, un anziano con l’influenza, o con una crisi diabetica non acuta, rischia di passare tre giorni su una barella, venir curato alla bene meglio e poi rispedito a casa.

Perché i posti in reparto sono pochi, e occupati dalle urgenze. Questa è Parma, ma dubitiamo che il resto d’Italia sia molto meglio.

Il Pronto Soccorso è diviso in alcuni settori: l’area codici rossi, dove vengono visitati i casi più gravi e instabili, sottoposti a terapie semi intensive; due ambulatori per codici di bassa o media gravità che arrivano con mezzi propri, chiamati “camminanti” e due settori, gli “emicicli” dove vengono “parcheggiati” i pazienti che arrivano in ambulanza ma non necessitano di cure immediate, malati cronici, anziani, diabetici, pazienti con patologie respiratorie, infarti non acuti, influenze.

Vengono “‘messi lì”, accatastati uno sull’altro. La privacy? Impossibile. E normalmente c’è un rumore continuo tra monitor, telefoni… parenti che non sanno dove stare e medici, sperando sempre che di notte non arrivi il matto di turno. Vi sarebbero le tendine arancioni, da tirare fra una barella e l’altra, ma se di barelle nel posto di uno ve ne sono tre, e di sedie per i parenti altrettante, la confusione è costante.

Gli emicicli dovrebbero contenere in tutto 18 box, un paziente per box, dieci  da una parte e otto dall’altra,  ma finiscono sempre per contenere, rispettivamente, 20-25 pazienti quando va bene.

Nel nostro video, se ne vedono 30-35 per emiciclo, una settantina in tutto: in una giornata normale, senza epidemie e senza problemi particolari. Pazienti cronici, che hanno necessità continue, dalla gamba rotta all’infarto non acuto. Servono terapie e spazi. I separee sono contro la parete, per lasicare spazio ad altre barelle piene di sconforto.

In questa immagine la lista di attesa di un singolo emiciclo, in carico a un solo medico, in un pomeriggio qualunque, senza particolari emergenze. Si notano pazienti in attesa da ore, anche dalla notte precedente. Abbiamo lasciato le età anagrafiche, ma mascherato i nomi

C’è un uomo, con una vistosa benda alla testa, probabilmente un incidente domestico: è parcheggiato in corridoio. Come un altro anziano, su una barella di traverso. E come quelli nella sala dei medici: altrove non c’era il posto. Affianco a loro, alla bene e meglio, infilati in qualche angolo tra una barella e l’altra, i parenti: stanchi, rassegnati, esasperati. Guardano i loro vecchi e negli occhi leggi la disperazione. 

Nell’area codici rossi i letti sarebbero 8, ma finiscono per ospitare sempre più pazienti.

Vi è poi un settore, tra gli emicicli e i codici rossi, dove vi sono altri 10 letti, sempre per pazienti che attendono posto in reparto.

Ma i medici come sono ditribuiti? Di giorno ciascun emiciclo è presidiato da un medico e un infermiere, oltre gli Operatori Sanitari (Os).

A volte di giorno, sempre di notte, il medico dell’emiciclo è destinato anche ai codici rossi, insieme a due infermieri. 

Di giorno, poi, due medici (1 per stanza) sono negli ambulatori per i camminanti, ciascuno assitito da un’infermiera.

In totale, dunque, cinque medici e sei infermieri per tutti i pazienti.

Di notte, i medici rimangono tre: due negli emicicli, pronti a intervenire anche per le urgenze da codice rosso, uno per i pazienti “camminanti” appunto, quelli che arrivano con i mezzi propri.

Una quantità di personale che sarebbe adeguata se il Pronto Soccorso non fosse costretto ad accogliere e tenere in “stallo” pazienti in numero sempre in crescita che andrebbero destinati in reparto. Dunque un medico anzichè 5/6 pazienti, numero consueto, si trova a doverne seguire venti, anche trenta per turno…aggirandosi fra parenti rassegnati e stanchi e barelle, ovunque.

E per i pazienti non in urgenza? Anche per loro attese di giorni. Operazioni di routine nelle sale chirurgiche non possono essere programmate, troppe le urgenze che farebbero slittare le operazioni. Così il personale medico non può fare altro che invitare i pazienti a presentarsi in reparto già dal mattino presto, entro la giornata assicurano l’esecuzione dell’intervento e il ricovero, ma le attese possono durare ore, se non l’intera giornata. Molti sono i pazienti anziani, costretti a sedere nei corridoi per lungo tempo.

In sintesi? Mancano i posti letto, mancano i posti in reparto. Per il medico in turno è sempre una guerra contro il tempo, le terapie da fare, i pazienti che vengono spostati è quelli in attesa, il caos.

Per i parenti vige la stanchezza.

Per i pazienti, attese di ore che possono diventare giorni. Rassegnazione. Diagnosi e dimissioni lampo, ritorni. Solitudine in reparti troppo affollati.

Dove sta la colpa? Nella testa. Leggi e riforme che tagliano. E noi paghiamo, in salute però.

Ecco infine le immagini del PS finalmente a riposo, sono le 6 del mattino, dopo che la direzione sanitaria ha concesso altri posti letto al Pronto Soccorso, rubandoli dalle chirurgie, bloccando le loro attività programmate e aprendo un “repartino” di emergenza.

Questi provvedimenti, che dovrebbero essere utilizzati solo nei momenti di crisi straordinaria, sono sistematicamente attivati.

Francesca Devincenzi

Filmati realizzati con telecamera nascosta

Videomontaggio di Arianna Belloli

2 Commenti

  1. Allora….. purtroppo per esperienza personale al PS devo precisare una cosa, nei due emicicli è normale l’inserimento di due letti per ogni stallo, poi se capita di trovate anche dei letti i più, nel 99% dei casi tratta di di pazienti che aspettano che si liberi un posto letto per il ricovero….. ma in questo caso il PS non ha nessuna responsabilità in merito…… e se arrivano molti casi, nessuno può fare miracoli, si fá come si può e non come si vorrebbe…..

  2. Magari non ospitare i non aventi diritto in reparti che neppure pagano visto che hanno assicurazione sanitaria, sa va bene, da turisti?

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