Ponte Nord, pensavate fosse finito? E invece no… Comune cerca conciliazione con Pizzarotti & C. e Codelfa Spa per finire l’opera ma potrebbe costare altri soldi pubblici

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Il Comune apre un confronto sul Ponte Nord. Per evitare di finire davanti al giudice amministrativo, si apre un tavolo di conciliazione tra la Authority Stu – appaltante con partecipazione pubblica del progetto e responsabile del rapporto contrattuale- e la Ponte Nord Spa, la società costruttrice del famoso Ponte Europa, meglio noto come Ponte Nord, che collega via Europa con via Reggio. La struttura era inserita in un piano di riqualificazione dell’area di via Reggio e per favorire l’accesso all’EFSA.

Con delibera di Giunta datata 15 gennaio 2018, a distanza di 6 anni dall’inaugurazione del ponte e 12 anni dalla stipulazione dell’accordo, l’amministrazione di Federico Pizzarotti si impegna a trovare “le linee di indirizzo per ipotesi conciliative a seguito della sospensione del giudizio arbitrale”. Il giudice ha infatti imposto una conciliazione tra le parti entro il 31 gennaio. Da un lato la Authority Stu chiede che le imprese stiano agli accordi e realizzino anche le “opere calde”, dall’altra la Ponte Nord Spa ritiene che le condizioni di mercato siano cambiate e chiede un riequilibrio finanziario che dovrebbe versare l’ente pubblico alla società.

Nel 2006 il bando per la realizzazione è stato vinto dalla Pizzarotti e C. (mandataria e concessionario) e Codelfa Spa (mandante aggiudicatario). Le imprese hanno quindi adempiuto alla realizzazione del ponte e della struttura che doveva contenere negozi e attività commerciali sopra al corso del fiume per 39 milioni di euro. Costruzione che ora giace vuota perché la legge del 1985, di molto precedente all’approvazione del progetto, vieta categoricamente che possano esserci strutture fisse sopra i corsi dei fiumi. Ad oggi lo Stato non ha approvato una deroga per il Ponte Nord e l’opera è destinata a rimanere giaciglio per senzatetto e piccioni, rinascendo solo in rare occasioni per eventi e cene di gala.

Ma oltre al Ponte Nord, opinabile nel senso e utilità, definito nel progetto “opera fredda”, le imprese costruttrici avrebbero dovuto realizzare anche diverse “opere calde”: due parcheggi interrati, 6 edifici su via Reggio e 1 albergo, nonché provvedere alla gestione
funzionale ed economica dei due parcheggi pubblici interrati, degli edifici e dell’albergo. Nel progetto originale era anche presente una piazza pubblica. Negli intenti dell’allora sindaco Vignali, poi, l’edificio polifunzionale che è sorto sull’alveolo del fiume avrebbe dovuto contenere le sedi di tutte le associazioni di Parma.

Un’opera complessiva di 7.700 mq, di cui 3.500 mq destinati alla realizzazione attrezzature di interesse pubblico ed edificio direzionale pubblico oggetto di concessione di costruzione e gestione, mentre i restanti 4.200 mq destinati ad attività ricettive, commerciali, terziarie di tipo privato. Infine le le imprese della Ponte Nord Spa, avrebbero dovuto cedere al Comune l’edificio direzionale pubblico e la struttura a parcheggio pubblico pluriplano sotterraneo. 

Nel patto è previsto anche la retribuzione € 18.127.623,00 che il Concedente (Comune di Parma, nella forma di Authority Stu Spa) assicura al Concessionario (Pizzarotti e Codelfa Spa) per il perseguimento dell’equilibrio economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione. Il patto ha durata di 29 anni, a decorrere dalla data della stipula, di cui 26 anni per la gestione.

Ora quella retribuzione si chiede venga rivista, possibilmente incrementata. Ma il Comune di Parma, oggi, potrebbe non avere nessuna intenzione di sborsare altri soldi per sostenere ancora quell’opera che nel 2012 venne ritenuta dall’allora sindaco 5 stelle “il ponte che collega il nulla con il nulla”, “il più grosso spreco di denaro pubblico”.

Come specificato nella delibera “il Comune di Parma non intende autorizzare la clausola compromissoria, né far proseguire il Tavolo di coordinamento, attualmente sospeso, ex art. 29 della Convenzione, né attivare un accordo bonario, bensì semplicemente contribuire a creare le condizioni perché le parti del rapporto concessorio possano esperire proficuamente il tentativo di conciliazione; e che, a tal fine, è opportuno assicurare la presenza del Comune agli incontri che verranno calendarizzati tra “Authority STU” e “Ponte Nord” e l’adozione di Linee di indirizzo cui il Comune si atterrà nel corso dei predetti incontri”.

Ferma la posizione del Comune di Parma sul voler “procedere all’avvio della gestione delle Opere Calde nel più breve tempo possibile e nel rispetto dei principi di finanza pubblica”. 

Nelle prossime settimane se ne discuterà. Vincerà il Comune che vedrà realizzate le opere senza spendere ulteriori soldi pubblici o vinceranno la Pizzarotti e Codelfa che riusciranno a strappare un compenso maggiore?

(AriBe)

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