Iscrizione alle scuole superiori, appello ai genitori: “Riflettete su scelta e durata del percorso”

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Roberta Roberti, consigliera comunale, ma anche stimata docente, invita i genitori dei ragazzi prossimi alle iscrizioni alle scuore superiori ad una attenta a riflessione. Una riflessione sull’importanza dell’istruzione stessa, sulla durata formativa, sul valore delle vacanze studio.

Una lezione di istruzione, perchè la fretta non crei figli…asini.

“E’ partita la campagna di iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado e chi dovrà scegliere la scuola superiore troverà fra le varie opzioni anche quella della sperimentazione dei percorsi quadriennali.

Si tratta della riduzione di un anno rispetto ai percorsi regolari di cinque annualità, approvata e anzi sollecitata con convinzione dalla nostra ministra Valeria Fedeli, che, si sa, di percorsi di scuola superiore se ne intende.

Si dice che “centinaia” di studenti medi già scelgono di andare un anno all’estero dimostrando l’inutilità di percorsi quinquennali. Che lo sappiano i genitori che spendono denaro per gli scambi interculturali: stanno mandando un anno i figli in vacanza!

A chiunque dovrebbe risultare surreale sostenere che ciò che si fa in cinque anni si può fare in quattro senza sminuire la qualità della preparazione degli studenti, ma siccome pare che il buon senso vada spesso a farsi benedire, vorrei invitare ad una serie di riflessioni.

Dei 12 paesi europei nei quali ci si diploma un anno in anticipo sarebbe davvero interessante vagliare non solo l’intero percorso scolastico, ma anche la preparazione finale degli alunni.

1) Alle nostre scuole, calcolando il percorso di 13 anni fino all’esame di Stato, causa le riforme avviate dalla Moratti in avanti sono state tolte oltre 800 ore di scuola, vale a dire pressappoco un intero anno scolastico. La preparazione degli alunni in conseguenza a questa scelta, oltre a molte altre di carattere organizzativo e didattico, è calata in modo evidente. Che esiti avrebbe ora un’ulteriore decurtazione di un anno?

2) Ogni regione ed ogni scuola hanno scelto la loro modalità sperimentale: ciò significa che analoghi licei, istituti tecnici o professionali organizzeranno i loro percorsi anche molto diversamente e che pertanto la preparazione dei loro studenti sarà, a parità di diploma, talora anche profondamente diversa. Infatti alcune scuole hanno deciso di implementare l’orario settimanale dei quattro anni di corso, cercando così di recuperare almeno parte delle ore perdute, e ciò si tradurrà in quadrienni molto impegnativi specie in presenza dell’obbligo di alternanza scuola lavoro. Altre hanno deciso di inserire nuove discipline, per le quali sarà interessante verificare classi di concorso e competenze dei docenti, senza contare che spesso ciò avviene a discapito delle ore di italiano, con buona pace delle continue lamentele sull’analfabetismo di ritorno di cui ogni giorno si toccano con mano gli effetti. Altre ancora hanno proposto di implementare il CLIL in informatica nonostante sia stato ampiamente dimostrato che ha esiti disastrosi.

3) Per almeno 4 anni conviveranno nella stessa scuola percorsi di 4 e di 5 anni, con il serio rischio di classi di serie A e B, scelta disastrosa sia per i licei che per gli istituti tecnici. Non parliamo poi dei professionali, che già contemplano il percorso triennale con qualifica regionale.

Insomma, il caos, e per ottenere cosa? Nulla, se non di risparmiare soldi sul futuro dei giovani e dell’intero Paese, questo è il vero obiettivo celato dietro la decantata europeizzazione delle nostre scuole. E insieme al risparmio, avremo lavoratori sempre più deboli e incapaci di difendere i propri diritti, oltre che di aggiornarsi e adattarsi in modo soddisfacente ed adeguato al mondo del lavoro”.

Roberta Roberti

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