Parmacotto: fatturato sale a 65 milioni dopo il concordato

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Continua la marcia di Parmacotto che, in fase di esecuzione della procedura di concordato, chiude il 2017 con un bilancio molto positivo e previsioni in ulteriore significativa crescita. Non solo. Proprio in questi giorni, la società ha centrato un altro importante obiettivo: ha pagato la quota più importante del debito, ovvero quella relativa a dipendenti, agenti e altri enti che avevano un privilegio.

I numeri del 2017, per intenderci: nell’anno in cui ha ottenuto il via libera definitivo all’omologa del concordato, Parmacotto si avvia a chiudere con un fatturato di circa 65 milioni di euro (+5%) e in portafoglio una proiezione di crescita per il 2018 di oltre il 10%, grazie al consolidamento dei prodotti sul mercato italiano. L’Ebitda si conferma attorno al 10%.

«Stiamo operando senza debito, con flussi di cassa autogenerata – tengono a sottolineare Andrea Foschi e Andrea Schivazappa, che sono stati advisor del concordato e successivamente nominati, con il deposito del piano, amministratori indipendenti della società -. Nella fase di rilancio abbiamo lavorato soprattutto sulla qualità e continuiamo a farlo perché è il solo modo per dare credibilità e solidità a un brand forte e conosciuto».

Parola d’ordine: piedi per terra, step dopo step.

«Ci stiamo consolidando in Italia e al tempo stesso prepariamo il terreno, con i tempi giusti, attraverso i canali distributivi, per approcciare i mercati esteri in maniera più strutturata – spiega Schivazappa -. Oggi la quota export rappresenta il 10% del fatturato di Parmacotto e le potenzialità sono sicuramente interessanti».

La società ha 150 dipendenti, oltre all’indotto di agenti e fornitori strategici, «quelli che hanno creduto in noi – precisa Foschi – che ci hanno sempre sostenuto e continuano a farlo».

La crescita, costante e significativa, premia il lavoro di squadra.

«L’obiettivo era quello di portare l’azienda in linea con il piano concordatario e oggi i risultati lo dimostrano – spiega Foschi-. Ci siamo focalizzati sul marchio e siamo cresciuti grazie a questo. Ma non è tutto. All’interno dei prodotti “brandizzati” sono entrate anche le nuove proposte della linea degli avicoli che è ben avviata».

«Ora, stabilito il posizionamento sul mercato, l’azienda ha un valore – sottolinea Schivazappa -. Il marchio Parmacotto era già forte, noi abbiamo dimostrato che con una gestione oculata i risultati sono in constante crescita. Merito soprattutto di una struttura economica flessibile in grado di gestire senza contraccolpi una variabile spesso penalizzante ovvero il costo della materia prima».

Quale futuro alla luce di quanto è stato raggiunto finora?

«Parmacotto ha cambiato marcia e il rilancio è un obiettivo raggiunto. Allo stato attuale ci sono diverse manifestazioni di interesse da parte di operatori del settore e non – confermano gli amministratori indipendenti della società – riteniamo che presto potranno esserci sviluppi importanti».

Al via il progetto «A scuola di Cotto»

Il rilancio di Parmacotto passa anche attraverso la valorizzazione della sua, una struttura importante, funzionale, ricca di spazi che meritano di essere utilizzati al meglio. Per questo la società ha avviato il progetto «A scuola di Cotto», con il quale accoglierà in azienda le classi delle elementari di Parma e provincia. I ragazzi visiteranno lo stabilimento e parteciperanno a un concorso che decreterà le migliori composizioni per le vaschette. Il debutto è in programma il 16 dicembre con i figli dei dipendenti. L’iniziativa rientra nel progetto più ampio “Porte Aperte” che prevede la promozione di incontri di approfondimento sui temi dell’alimentazione e della grafica nel food.

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