Green Money: Giovanni Maria Jacobazzi condannato a 3 anni e sei mesi

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L’accusa aveva chiesto quattro anni di reclusione, il Tribunale lo ha condannato a 3 anni e 6 mesi.

Si chiude così il primo grado del giudizio a carico dell’ex comandante della Polizia municipale di Parma, Giovanni Maria Jacobazzi – in carica durante la gestione del sindaco Pietro Vignali – accusato di tentata concussione, corruzione, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio e peculato d’uso.

Jacobazzi, assolto dalle accuse più pesanti, come la tentata concussione, è stato condannato solo per corruzione e truffa, oltre 40mila euro di provvigionale immediatamente esecutiva. Quasi nulla, contro il 350mila euro chiesti dalla Procura.

Arrivato a Parma come carabiniere, ex comandante del nucleo radiomobile di Monza e dei Nas in Emilia Romagna, nel 2008 Jacobazzi assunse la guida della Municipale. Erano i tempi di Pietro Vignali, della petit Paris, della Parma da bere in Movida, delle prime esigenze, queste sì colte con lungimiranza da Vignali, di maggiore sicurezza e di qualche occhio chiuso sulle attività cittadine. 

Jacobazzi le incarnò alla perfezione: tra le accuse, di aver minacciato e mobbizzato un vigile affinché togliesse due multe per il dehor alle sorelle Picchi, accuse da cui è stato assolto perché avrebbe potuto annullare quelle sanzioni lui stesso.

Jacobazzi, che oggi fa il giornalista per “Il Dubbio”, nonostante la Procura ne abbia riconosciuto una certa facilità a un “uso spregiudicato della cosa pubblica”, è stato condannato per due reati minori: la corruzione, per la manciata di euro ottenuta dall’investigatore privato Lupacchini per fornire alcune informazioni riservate, la truffa, per alcuni buoni pasto.

Il caso Bonsu, la prostituta picchiata e fotografata in camera di sicurezza? Roba in archivio. Come la Parma da bere e sniffare in equilibrio sul baratro del fallimento: la città è già sprofondata nei suoi scandali giudiziari, che non si lavano via con alcune, per di più tardive, assoluzioni.

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