Pd, Eramo e Pezzuto: “A Parma il conto lo pagano i disabili? Come si è arrivati a sforo di 430 mila euro?”. Lega Nord: “Rossi vuole fare cassa”

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I consiglieri di minoranza del Pd, Eramo di Parma Protagonista e Fabrizio Pezzuto di Parma Unita Centristi intervengono sulla commissione che si è svolta ieri in Comune. L’assessore Laura Rossi ha infatti illustrato la situazione dei servizi alle persone affette da disabilità da parte del Comune di Parma e delle modifiche entrate in vigore con la nuova legge regionale.

leggi: Commissione su legge “Dopo di Noi”: a Parma escluse 10 famiglie. Rossi: “Problemi economici, fondo regionale insufficiente”

“Far pagare un contributo ai disabili che usufruiscono dei diversi servizi (assistenza domiciliare, inserimenti nei centri, assegni di cura, ecc.). – commentano i consiglieri di monoranza – Questa è la proposta che ci siamo sentiti fare ieri a sorpresa in Commissione Servizi Sociali dall’assessore Rossi. Una riunione con un ordine del giorno generico e senza alcun documento preparatorio, convocata in fretta dopo le proteste di alcune associazioni di famiglie di disabili, che lamentavano la mancanza di dialogo da parte dell’Amministrazione.
La ristrettezza delle risorse (regionali e comunali) e l’aumento della domanda di servizi, ci dice l’Assessore, sta mandando in tilt il sistema, tanto da lasciar fuori dall’inserimento in cooperativa 12 ragazzi disabili che hanno appena finito le scuole superiori.

La maggioranza chiede quindi alla minoranza di “condividere” una scelta di base: equità per tutti (leggi: ognuno paga a seconda del reddito) o lista d’attesa (cioè: esclusione) per gli ultimi arrivati? Posta così la questione sembra semplice (chi non sceglierebbe l’equità?), ma in realtà è molto delicata.

Intanto, come si è arrivati a sforare di 430.000 euro la spesa prevista? perché ci si è accorti solo a settembre che non si potevano attivare i posti in cooperativa, previsti da tempo? Possibile che il Comune di Parma non abbia la possibilità di rispondere a questa emergenza? La questione ci ricorda immediatamente la triste vicenda degli educatori scolastici di due anni fa.
Più in generale, abbiamo chiesto di poter avere dei dati sulle risorse a disposizione, una stima dei bisogni e una proposta concreta di come funzionerebbe questo nuovo sistema: siamo sicuri che non esista nessun’altra strada percorribile se non quella di fare pagare i disabili?
Per questo abbiamo chiesto che cosa il Comune è disposto a investire nella spesa sociale e a che cosa è disposto a rinunciare, perché alla fine si tratta di fissare delle priorità.
Per questo abbiamo insistito sull’importanza dei Tavoli di Zona e della Consulta delle Associazioni (mai convocata!), per mettere al centro i progetti di vita delle persone, le loro famiglie e il dialogo costante con le associazioni, proprio alla luce della legge regionale 112/16.
Chiederci di sostenere una scelta così importante senza avere a disposizione alcuno strumento di analisi e senza un’ampia consultazione degli interessati non è “condivisione”, ma ricerca di consenso a buon mercato.
Intanto, purtroppo, per quanto ci è dato di capire, i 12 cominceranno a pagare il conto”.

LEGA NORD, CAVANDOLI“La Rossi vuole fare cassa sui disabili senza cercare soluzioni alternative”

 

Nella riunione della commissione consiliare “Sanità e welfare” di ieri, convocata appena dopo la conferenza stampa delle associazioni dei famigliari, per discutere sui servizi per i disabili e sui fondi per la non autosufficienza, l’assessore Rossi, dopo aver illustrato i servizi e le attività co-finanziate dal Comune per i disabili e i contributi versati, ha evidenziato come il fondo regionale per il 2017 non è bastato a coprire i servizi erogati e si è anzi verificato uno sforamento di oltre 430 mila euro che sarà coperto dal Comune con sue risorse, tagliando inoltre fuori una dozzina di neodiplomati.

La Rossi ha quindi proposto di predisporre un regolamento per recuperare fondi dai disabili stessi o dalle loro famiglie, basandosi sulla dichiarazione Isee, sostenendo di ovviare così alle iniquità che si stanno verificando, evitare le liste di attesa e recuperare risorse per il Comune.

Laura Cavandoli, consigliere Lega Nord componente della detta commissione, ha evidenziato l’inadempienza del Comune – che si prolunga da oltre 5 anni – in ordine alla mancata istituzione della “Consulta per le politiche a favore delle persone disabili” quale modello partecipativo di confronto, di valutazione e di impulso delle azioni, anche innovative, a favore delle politiche sulla disabilità che si configurava come strumento organico di collaborazione delle associazioni con l’Amministrazione e tra di loro. Pare essere sconosciuta all’assessore la norma prevista dall’ultima legge di stabilità finanziaria regionale che prevede non solo maggiore partecipazione degli enti locali e delle associazioni degli utenti nelle decisioni sulla distribuzione dei fondi, ma anche il monitoraggio di come queste risorse vengono impiegate.

Inoltre, il capogruppo leghista ha sottolineato come il Comune di Parma voglia far pagare i servizi e l’accoglienza residenziale ai disabili in via di principio, senza un studio preventivo del risultato economico e delle problematiche che si realizzeranno, ma soprattutto senza osservare la normativa vigente che preventivamente richiede la predisposizione di un “progetto di vita” personalizzato che, di fatto, potrebbe anche permettere di liberare risorse comunali.

A livello regionale, in questo ambito, Parma è una realtà svantaggiata e l’assessore non può affermare di non poter fare richiesta di ulteriori contributi regionali se non dopo aver fatto pagare almeno parte dei servizi ai disabili!

I consiglieri leghisti in Regione continuano a lavorare per ottenere altre risorse per Parma, proponendo anche la modifica del criterio c.d. “oggettivo” che parametra il contributo alla popolazione residente della fascia 18-64 anni, mentre nessun intervento in questo senso è stato fatto dal Partito Democratico.

Evidentemente i rappresentanti del Comune di Parma e della Regione Emilia Romagna dimenticano di applicare principi cardine della nostra Carta Costituzione, la solidarietà e l’uguaglianza: la soluzione per evitare iniquità è quella di eliminare i contributi a carico dei disabili e delle loro famiglie e non di imporne altri.

1 commento

  1. La vera antipolitica è quella della giunta finta grillina, che fa pagare ai disabili il debito, dopo essersi fatta eleggere con ben altre promesse elettorali. Ma anche l’opposizione fa la sua grama figura, Eramo che finge di fare duro contrasto, quando si dice rispettoso di tutto il sistema euro, trattati e austerity compresi, e Cavandoli che ha sostenuto l’elezione del sindaco ed ora si lamenta delle sue scelte politiche, perfetta avatar di Salvini, che dice una cosa e ne realizza cento diverse. Stiamo assistendo al “Gioco delle parti”, dove il gioco è diventato un meccanismo esteriore di dialogo civico, puro sforzo politico di verbalismo propagandistico. L’incomprensione reciproca delle marionette politiche sta scavando un solco sempre più profondo tra sé e i cittadini, pieno dominio teatrale di monadi incomunicabili e incoercibili. il sindaco, gli assessori, i consiglieri e la città.

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