Easy Joint: il boom della cannabis light partita da Parma

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Tutti ne parlano e tutti la cercano: sono passati soltanto pochi mesi da maggio 2017, data fatidica nella quale nacque a Parma il progetto Easy Joint per mano di Luca Marola, già proprietario del Canapaio Ducale di piazzale Picelli a Parma, che vende da anni accessori per la coltivazione della cannabis.

Non poteva esserci luogo più adatto quindi per far vedere la luce al nuovo progetto che ha rivoluzionato il mercato: si tratta di Easy Joint, la cannabis legale (anche detta ‘light’) in quanto a basso contenuto di THC, il principio attivo che rende illegale la sostanza per le leggi italiane.

Da quando ha fatto la propria comparsa sul mercato, Easy Joint sta letteralmente spopolando con una mole di ordini spaventosa.

Da maggio sono state vendute tra le 12 e le 14 tonnellate di fiori di canapa a basso contenuto di THC; un prodotto che, per quanto riguarda l’Italia, ha visto i natali a Parma in risposta ad un vuoto legislativo visto che, come ha ricordato lo stesso proprietario del Canapaio Ducale di piazzale Picelli, ad oggi la commercializzazione dell’infiorescenza a basso contenuto di THC di fiori di canapa non è normata.

In sintesi non c’è niente di illegale, un po’ come avviene d’altra parte per l’acquisto di semi di cannabis, dato che la legge italiana vieta produzione e coltivazione ma non impedisce l’acquisto di semi; come risultato di questo, in rete si trovano diversi siti specializzati che vendono semi di canapa online come Zamnesia e altri.

Tornando ad Easy Joint, attualmente sono circa 200 le aziende agricole che stanno producendo fiori di canapa a basso contenuto di THC, e oltre 250 i negozi che in Italia commercializzano il prodotto Easy Joint.

Che, va ricordato, è una cannabis soft, senza effetti psicoattivi, in grado anzi di essere di supporto per lievi forme di insonnia e ansia, visto che la cannabis spogliata del THC mantiene comunque le sue facoltà analgesiche e curative, caratteristiche ormai note che hanno portato un po’ in tutta Italia a prendere provvedimenti di apertura per l’utilizzo della sostanza con finalità terapeutiche.

Una sorta di prova di legalizzazione più ampia, come in molti l’hanno definita; la marijuana che si fuma ma non sballa ha fatto il boom sul mercato con la media di un ordine ogni 20 secondi. Un fenomeno sociale e folkloristico che mette in risalto quanto sia elevata, in Italia, la voglia di legalizzazione da parte della popolazione. E se questi sono i numeri sui quali basarsi, viene da pensare quanto alto potrebbe essere il ricavo per le casse dello Stato qualora si decidesse di liberalizzare la cannabis anche per uso personale.

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