Cervo decapitato, mistero risolto: e’ stata una guardia venatoria per consegnare la testa alla Regione

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Cervo ucciso e trovato decapitato a Bazzano, mistero risolto.

A togliere la testa all’animale è stata una guardia venatoria per consegnare il palco e la mandibola alla Regione, autorità competente in materia.

A raccontare come è avvenuto il ritrovamento della carcassa e i motivi della «decapitazione» è la guardia venatoria della Coldiretti Alberto Curti.

«Il 6 ottobre scorso, un gruppo di ragazzi, in località San Giovanni, al margine della stradina che conduce al santuario di Bazzano – spiega Curti – hanno filmato con un telefonino un cervo che si presentava evidentemente ferito tanto che, nonostante la loro presenza, non riusciva ad allontanarsi dal luogo in cui si trovava. I ragazzi lo hanno avvicinato e toccato, e l’animale, divincolandosi, è caduto in una scarpata sottostante al piano in cui si era accucciato. I ragazzi, però non hanno avvertito nessuno.

Il filmato, domenica 8 ottobre, dopo aver girato sui telefoni degli amici dei ragazzi, è arrivato anche ad una giovane che lo ha mostrato al padre, cacciatore di selezione».

«L’uomo ha deciso così, nel pomeriggio, di recarsi sul luogo del ritrovamento del cervo e lo trova ormai morto – prosegie Curti -. Il cacciatore, ancora prima di recarsi sul luogo, ha allertato una guardia venatoria che, non appena avuta la conferma del ritrovamento della carcassa, ha immediatamente avvisato il comandante della Polizia provinciale e il tecnico faunistico dandogli le indicazioni e fornendogli i dettagli dell’accaduto, oltre ad inviargli alcune foto del luogo del ritrovamento».

Subito, dato che la carcassa, a breve avrebbe subito una rapida decomposizione, è stato avvisato il Comune di Neviano perché si attivasse ad organizzare lo smaltimento.

«Un’ora dopo il ritrovamento – racconta ancora Curti – un’altra guardia venatoria abilitata dalla Regione alle misurazioni biometriche si è recata sul posto e, insieme alla persona che lo aveva trovato, ha provveduto a recuperare la carcassa dalla scarpata utilizzando un verricello e ad asportare la testa dell’animale con il palco per poterla mettere a disposizione delle autorità competenti, così come richiesto dalle stesse, nel rispetto del protocollo e in particolare, su richiesta del veterinario tecnico faunistico referente per il comprensorio Acater per la nostra provincia.

La carcassa è stata quindi riportata nel punto in cui si trovava precedentemente per rendere più semplici, data la mole dell’animale, le operazioni di recupero da parte del Comune».

La guardia venatoria ha quindi stilato un rapporto, corredato da fotografie e contenente la valutazione dell’età dell’animale ricavata dalle misurazioni biometriche e in particolare sulla tavola dentaria, «giunto al sera dell’8 ottobre all’ufficio fauna selvatica della Regione, alla Polizia provinciale per conoscenza inviata anche al Comune di Neviano».

E’ stato appurato che si trattava di un cervo adulto dell’età di 7 anni: «Un animale nel pieno delle proprie potenzialità – afferma la guardia venatoria – che per nessun motivo avrebbe dovuto essere abbattuto».
«Nulla quindi è stato e sarà venduto e nulla è stato e sarà mostrato quale trofeo di caccia – rassicura Curti -. Semplicemente vi sono un palco e una mandibola che sono a disposizione delle autorità competenti che sono state immediatamente messe al corrente dei fatti e con le quali si sono concordate le azioni da compiere seguendo il protocollo della Regione». Infine aggiunge:

«Certamente l’animale è stato ucciso da un colpo di fucile non ad anima rigata. E il luogo dove è stato trovato e dove gli è stato sparato non coincidono. Infine posso dire che per chi ha una cultura differente da quella che ha armato la mano di chi ha sparato a quell’animale vi è una grande amarezza e una forte delusione nell’avere la conferma che, ancora, vi sono persone, che, oltre che essere vili e meschine, sono dotate di un’ignoranza abissale e una crudeltà spietata».

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