Sicurezza urbana, Ugl: “La strada come la giungla. Ci battiamo per sicurezza sul lavoro delle forze dell’ordine”

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Non accenna ad arrestarsi il numero progressivo di aggressioni agli operatori in divisa. Si assiste impotenti ad un vero e proprio bollettino di guerra.

Ciò che più fa male è l’assenza e la totale indifferenza verso chi si impegna quotidianamente per contrastare l’illegalità diffusa nella nostra società: un silenzio assordante ed una passività che caratterizzano l’attuale compagine governativa.

Pare, tra l’altro, che il 2017, stando ai numeri, verrà ricordato come l’anno dei record: infatti, secondo l’Osservatorio “Sbirri pikkiati”, curato dall’Asaps, nei primi sei mesi dell’anno in corso, ci sono state ben 1130 aggressioni fisiche, con un discreto incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: stiamo parlando di sei violenze al giorno, una ogni quattro ore.
I carabinieri risultano i più aggrediti con 546 aggressioni (48,3%), segue la Polizia di Stato con 386 (34,2%), ed infine la Polizia Locale, con 117 episodi violenti (pari al 10,4%).
Quasi la metà delle aggressioni sono commesse da stranieri, con la percentuale che si attesta al 46%; non è trascurabile che in 213 di tali episodi, vi è stato l’utilizzo di armi proprie ed improprie (mazze , coltelli, asce, ma anche l’utilizzo della propria vettura per investire dolosamente gli agenti).

Tirando le somme, si può considerare la strada ormai ridotta ad una giungla.
Ed allora, che fare? Certo, aver consegnato le chiavi d’ingresso in Europa ai trafficanti di esseri umani, non ha giovato.

Si chiede urgentemente, al pari della velocità di discussione della inutile e folle legge Fiano, un’immediato intervento governativo, per arginare e frenare questo continuo stillicidio e riaffermare la legalità, garantendo così sicurezza ai cittadini, e disinnescando quei meccanismi di demotivazione ed impotenza che accrescono nelle forze dell’ordine sensi di malessere ed frustrazione.

Le misure per invertire la rotta possono essere individuate nelle aggravanti, elevando in tal modo le pene per chi commette reati verso i tutori dell’ordine: non si può permettere la creazione di zone franche nelle città italiane ed in tutto il territorio nazionale, quest’ultime in balia della violenza di criminali impuniti e privi di scrupoli.

Conseguenza diretta è che, una volta oltrepassata tale “barriera”, i cittadini saranno successivamente le vittime finali della violenza primitiva , sempre più brutale, che accompagna il vivere quotidiano.
Per quel che concerne, poi, la Polizia Locale, lo Stato avanza sempre più pretese verso di essa, ma, vorrei ricordarlo, essa sconta una diversità di trattamento, che non sta più al passo con i tempi. La Polizia Locale ha bisogno di “indossare” un vestito nuovo: la legge quadro inerente il suo ordinamento (L. 7 marzo 1986, n. 65) va oramai rivista!
Piuttosto, l’inserimento della Locale nella legge n.121/81 renderebbe la stessa più efficace per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Un passo avanti è stato fatto con il riconoscimento della causa di servizio e l’equo indennizzo, ma resta ancora tanta strada da percorrere.

L’Ugl fa propria la preoccupazione per le vili aggressioni de quo: l’impressione che se ne riceve è che gli operatori in divisa, una volta si rispettati, siano diventati un facile bersaglio da colpire, e sacrificati e gettati allo sbaraglio proprio da chi, essi servono con senso del dovere e professionalità, giorno dopo giorno, mettendo a repentaglio l’incolumità personale.

Il sindacato, nel mutato contesto di sicurezza urbana ed internazionale, non resterà a guardare alla finestra tale inutile massacro, e si attiverà in tutte le sedi istituzionali, per rendere ottimali le condizioni lavorative di chi crede ancora nella legalità.

cav. Matteo Pio Impagnatiello
Commissario provinciale
Ugl delle Autonomie

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