Servizi infanzia, CGIL mostra i dati: “Crisi e rette troppo alte, il Comune investa di più”

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In vista della imminente riapertura dei servizi educativi con il nuovo anno scolastico, sono stati presentati stamattina in conferenza stampa, presso la Camera del Lavoro di via Casati Confalonieri, i dati statistici relativi ai servizi alla prima infanzia di Parma e provincia, ufficialmente censiti dalla Regione Emilia Romagna e dall’ISTAT, relativi agli anni 2013-2015, e frutto del lavoro di rielaborazione di Anna Valcavi, responsabile del dipartimento Welfare della CGIL regionale, presente all’incontro insieme a Massimo Bussandri, segretario generale della CGIL territoriale.

A seguire le tabelle presentate e le relative considerazioni circa lo stato dell’arte dei servizi 0-3.

I SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA A PARMA (E PROVINCIA)

 

PROVINCIA DI PARMA

 

Popolazione 0-2 al 31.12.2014Posti servizi educativi* 2015Tasso di copertura

 

Tasso di copertura regionale
11.5944.10135,4%35,5%

COMUNE DI PARMA

 

Popolazione 0-2 al 31.12.2014Posti servizi educativi* 2015Tasso di coperturaBambini in tutti i servizi educativi
5.0292.25944,9%2.011 (89%)
Popolazione 0-2 al 31.12.2013Posti servizi educativi* 2014Tasso di coperturaBambini in tutti i servizi educativi
5.0952.22143,6%2.035 (91,6%)

Nidi e micronidi, sezioni primavera, spazio bambini, centri per bambini e genitori

Note:

– Il tasso di copertura della Provincia di Parma è in linea con il dato regionale, il tasso di copertura del Comune di Parma è sensibilmente superiore al dato regionale e provinciale;

– Pur in presenza di una sostanziale tenuta (o addirittura incremento) dell’offerta educativa sulla prima infanzia si assiste al progressivo calo dell’utenza e alla non saturazione dei posti disponibili, dovuto sia al calo demografico, sia alle ragioni legate al lascito della crisi economica (madri a casa, calo del reddito disponibile, ecc.).

 

PROVINCIA DI PARMA – FORME GESTIONALI DEI NIDI D’INFANZIA

 

Totale posti nidiPubblico diretto% pubblico direttoPubblico a gestione affidata% pubblico a gestione affidataForme gestionali private% forme gestionali private
3.5091.23335,1%1.50142,8%77522,1%

Confronto con 2012-2013

3.6161.30936,2%1.50641,6%80122,2%

Confronto con dato regionale

37.75318.08147,9%8.76423,2%10.90828,9%

Note:

– la peculiarità di Parma, peraltro sempre più consolidantesi, sembra essere il servizio pubblico a gestione affidata, nettamente superiore sia alla media regionale che a quella di tutte le altre Province dell’Emilia-Romagna;

– per contro, è sensibilmente inferiore rispetto alla media regionale e dei vari territori l’incidenza delle forme gestionali “private pure”, il che amplia la fetta dei servizi educativi a governance pubblica secondo la logica del welfare integrato.

 

COSTO ANNUO A BAMBINO NEI NIDI D’INFANZIA (IN EURO) – DATO 2014

 

Nidi comunali a gestione diretta9.547
Nidi comunali a gestione indiretta6.776
Nidi non comunali6.419

 

Nel Comune di Parma nel 2013 (fonte Istat) sono stati spesi 23.376.571 euro per servizi educativi 0-3 di cui:

–  16.112.250 a carico dei Comuni (pari al 68,9%)

–  7.264.321 di compartecipazione degli utenti (pari al 31,1%).

 

Comunale a gestione direttaComunale a gestione affidata a terziGestioni private
Utenti per i servizi finanziati dai comuni – 201341%53%6%
Totale spesa – 201348%49%3%

 

Conclusioni

Il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia a Parma è un sistema solido, che tuttavia necessita di interventi manutentivi e di essere ovviamente adeguato alle necessità che si modificano velocemente. La mancanza di manutenzione potrebbe minarne la solidità.

Un aspetto da sottolineare: è evidente che c’è una quota sempre più rilevante di abbandono o di non fruizione dei servizi educativi legata agli effetti della crisi che ha investito anche il nostro territorio.

Le amministrazioni, a partire da quella di Parma, non possono rimanere inerti di fronte a questo problema: occorre destinare risorse pubbliche a sostenere la fruizione di questi servizi da parte delle famiglie più disagiate e di quelle che hanno subito gli effetti della crisi.

Il territorio e il Comune di Parma spendono infatti ragionevolmente meno della media regionale (in ragione dell’alta incidenza percentuale delle gestioni affidate): occorre un nuovo Patto per l’educazione dove parte della minor spesa viene recuperata, oltre che per le finalità di sostegno alle famiglie, per la sempre maggiore qualificazione e omogeneizzazione dei servizi (e dei diritti di chi opera nei servizi) e per le necessità delle categorie più deboli (sostegno ai disabili).

Il Patto per l’educazione deve avere come finalità ultima il rilancio di un sistema dei servizi educativi aperto e inclusivo, in grado di non diversificare le opportunità già dalla più tenera età e di preparare a una società inesorabilmente multiculturale (il rapporto tra nuovi nati italiani e nuovi nati stranieri dal 2006 al 2016 è passato da 82,4% – 17,6% a 70,8% – 29,2%).

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