Omicidio Kelly e Gabriela, Turco junior “rinuncia” all’incidente probatorio. Il legale: “E’ sconvolto, chiederemo il rito abbrevviato”

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Ha rinunciato a presenziare all’incidente probatorio previsto per giovedì mattina Alessio Turco.

Il figlio di Samuele e’ rimasto, dopo il suicidio del padre avvenuto martedì sera in carcere, l’unico imputato per il duplice omicidio della “Kelly”, al secolo Luca Manici, e di Gabriela Altamirano.

All’incidente probatorio il suo legale, l’avvocato parmigiano Elisa Furia, che ha parlato di un ragazzo “sconvolto, che ha rinunciato ad esserci”, spiegando poi che sono state acquisite perizie informatiche e psichiatriche.

Proprio la perizia psichiatrica, consegnata nei giorni scorsi, sosteneva la piena capacità del giovane (e del padre) di intendere e volere, pur riconoscendone una sudditanza psicologica e mentale. Una sorta di limite sociale, di vincolo con un uomo che ha preso la strada veloce, quella del lenzuolo attorno al collo in cella.

Per quanto riguarda l’aspetto “informatico”, il pensiero corre a quei tablet e smartphone rinvenuti a Cassio, occultati in una borsa Ikea tra un cumulo di sterpaglie in un fienile. Rubati all’Angelico Vip Club, sottratti alla Kelly e a Gabriela per non lasciare tracce di quell’ultimo messaggio.

Secondo la ricostruzione, Samuele Turco recatosi al casolare insieme al figlio con l’auto di un amico, poi restituita piena di fango e malconcia, ha lasciato a casa il cellulare per non essere “pizzicato” dalla cellula gps. Avrebbe prima ammazzato a coltellate la Kelly, poi, dal telefono di Manici, scritto a Gabriela: “Vieni, c’è un cliente”. Ed ecco la mattanza, a colpi di calze a rete per lo strangolamento e ferite inferte con un coltello nelle parti intime.

La domanda che ora ci poniamo è: che ne sarà di Alessio? Vittima fragile di un padre istrionico, in qualche modo complice del delitto forse con inconsapevolezza, in attesa che si accertino le sue colpe, che farà? E quali sono le sue colpe?

Resisterà al carcere, ristretto a Reggio, dopo il suicidio del padre? “Chiederemo il rito abbreviato, vedremo come fare, cosa fare” – taglia corto il legale, che entrando aveva sibilato solo “è sconvolto”. Le accuse, sono sempre quelle, sempre devastanti: concorso in duplice omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Accuse che potrebbero sfociare in ergastolo. 

Ma il legale fa intendere che vorrebbe un processo breve, umano, in una vicenda surreale. Un giudizio veloce. Per non spargere altro sangue sul dolore. Possibile quindi che si proceda con il rito abbreviato per Alessio Turco, il 21enne strappato alla giovinezza per le follie di un padre.

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