Delitto Pavarani, la confessione di Colla: Elisa ammazzata perchè voleva andare a un concerto

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Voleva andare con un’amica a un concerto, in un impeto di libertà. Non voleva rimanere in quel monolocale in Largo Carli, inizio di Via Sidoli, a parlare di quella storia sfilacciata da tempo e ormai, per lei, finita, Elisa Pavarani.

Ma quando l’amica le ha telefonato per invitarla e lei ha accettato Luigi Colla l’ha prima stretta al collo, poi riempita di coltellate, quando era già a terra il 10 settembre del 2016, in un sabato sera di fine estate: lo ha raccontato lui stesso, al PM Umberto Ausiello, nell’interrogatorio che ha richieta dopo aver ricevuto, nella cella in cui si trova da poche ore dopo l’omicidio, l’avviso di fine indagini con la pesanttima accusa di omicidio premeditato.

Un’accusa che potrebbe valere l’ergastolo, ma Colla nega. A proposito delle tracce trovate nella cronologia del suo computer, che dimostra come nei giorni precedenti abbia cercato informazioni su “omicidio colposo”, “omcidio passionale”, “carcere di Parma” ha detto di averle fatte per un collega, aggredito alcuni giorni prima, fornendone l’identità.

L’omicida confesso di Elisa ha spiegato che si, dovevano parlare di un rapporto durato oltre un decennio, ma che no, non voleva ucciderla. Che Elisa appena arrivata lo aveva chiamato, scegliendo lei di salire in casa, che no, non sapeva lei vedesse un altro.

E che solo quando un’amica ha telefonato ad Elisa, invitandola quella sera al concerto, e lei ha accettato, lui ha perso la testa, perché voleva lei rimanesse li, per torturarsi ancora un po insieme su una storia senza domani. A quella telefonata ha risposto lui stesso, dicendo all’amica che Elisa non poteva. Poi l’aggressione, mentre – secondo le ammissioni di Colla – Elisa era sulla porta, per uscire di casa e andarsene.

Resta un grande dubbio: dove è finito il cellulare di Elisa? “Lo avevo io, forse lo ho perso quando sono andato a sbattere con la bici contra la rete dell’ex caserma”. Ma l’ex caserma, a pochi metri da casa Colla e poco distante da dove il ragazzo venne trovato, disperso in se stesso, vagante in bicicletta, oggi occasionale alloggio di fantasmi senza casa e identità, è stata scandagliata dai Carabinieri, in quella notte senza luna.

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