Crisi idrica- Regione, Gazzolo: “Non c’è rischio razionamento”

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“In Emilia-Romagna non siamo a rischio razionamento nell’uso dell’acqua per fini potabili: gli interventi già in corso e quelli che saranno realizzati grazie agli oltre 8 milioni e mezzo stanziati a giugno dal Governo, per le province di Parma e Piacenza, a seguito del riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, garantiranno la risorsa idrica ai territori in difficoltà”.

La rassicurazione arriva da Paola Gazzolo, assessore regionale all’Ambiente.

“Domani è convocato un nuovo incontro dell’Osservatorio permanente per gli usi idrici del distretto padano – sottolinea Gazzolo – durante il quale saranno analizzati l’andamento delle portate del fiume Po e si farà il punto sulla situazione in ogni regione del Nord Italia. La nostra richiesta – precisa – sarà di mantenere le portate a Pontelagoscuro (Ferrara) al di sopra dei 450 metri cubi al secondo: una soglia di garanzia per la nostra agricoltura da Reggio Emilia al mare, tramite i prelievi effettuati dai Consorzi di Bonifica e dal Canale Emiliano Romagnolo, oltre che per il potabile della provincia di Ferrara e per contrastare l’aumento della salinità delle acque del fiume”.
“La nostra è stata la prima Regione a richiedere la dichiarazione di stato di emergenza nazionale”, rileva l’assessore: “Averla ottenuta in tempi rapidi ci pone nelle condizioni di dare risposte all’emergenza, in particolare nelle zone come la Val d’Arda, nel Piacentino, dove il sistema di approvvigionamento dipende prevalentemente dalle acque superficiali”.

La situazione è migliore nel settore orientale della regione, in Romagna, dove la diga di Ridracoli (Forlì-Cesena), che può contenere fino a 33 milioni di metri cubi d’acqua, è oggi piena per oltre il 60% con circa 20 milioni di metri cubi, utili ad affrontare la stagione estiva, anche sopperendo agli esigui volumi invasati invece nella Diga del Conca, in territorio riminese.
Nel Bolognese, sia le esigenze potabili che irrigue trovano risposta nell’invaso di Suviana che, con rilasci controllati, riesce a sopperire alle richieste. Al momento, i casi di rifornimento idropotabile tramite autobotti sono limitati ad alcuni comuni delle province di Piacenza, Parma e Bologna: si tratta soprattutto di comuni montani serviti da piccoli acquedotti rurali.
Difficile la situazione anche degli altri fiumi: solo la portata del Trebbia, del Panaro e del Secchia limitatamente al tratto appenninico, risultano al di sopra del deflusso minimo vitale, la soglia che garantisce il mantenimento dell’ecosistema fluviale. Lo precisa Arpae con l’ultimo bollettino sullo stato idrologico dei fiumi dell’Emilia-Romagna. Secondo le rilevazioni di oggi, la portata di tutti gli altri corsi d’acqua è al di sotto del deflusso minino, per i quali proseguono le limitazioni al prelievo di acqua.

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