Profughi 2 – L’ombra delle infiltrazioni mafiose dietro i migranti a Pellegrino Parmense?

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Ci sono state infiltrazioni mafiose a Pellegrino nella gestione dei clandestini?

Di sicuro il sistema di accoglienza indiscriminata continua a fare acqua da tutte le parti e la criminalità organizzata ci si può infilare come è capitato già di frequente. La Regione Emilia-Romagna dia seguito al proprio annunciato impegno di contrasto alla mafia e si attivi perché questo non accada anche nel nostro territorio”.

Questo il commento che ha rilasciato il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, in riferimento all’interrogazione che ha presentato in Regione sulla gestione di migranti richiedenti asilo a Pellegrino Parmense.

Nel documento si chiede se risponde al vero la situazione per cui per un lungo periodo di 18-20 mesi e fino allo scorso mese di maggio, 14 richiedenti asilo sarebbero stati ospitati in una struttura alberghiera nel centro urbano della località appenninica, il cui gestore aveva precedenti penali. Il 31 maggio scorso lo stesso imprenditore sarebbe stato arrestato insieme con la moglie perché accusato di fare parte di un’organizzazione criminale dedita al contrabbando di gasolio.

L’inchiesta giudiziaria è quella denominata “Oro nero” condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che sta mettendo in difficoltà anche l’amministrazione comunale della località appenninica. Tra l’altro il Sindaco di Pellegrino in una recente seduta di Consiglio comunale, avrebbe riferito che la certificazione antimafia richiesta dal Comune per una pratica di domanda di apertura di un impianto di distribuzione carburante da parte dello stesso imprenditore, non sarebbe ancora pervenuta.

Il Consigliere regionale leghista ha quindi chiesto alla Giunta regionale se ritiene che le assegnazioni di questi migranti irregolari debbano essere effettuate solo presso strutture i cui soggetti gestori sono già in possesso di idonea certificazione antimafia e se valuta di chiedere alle Prefetture delle varie province dell’Emilia-Romagna di agire sempre con tale precauzione. Altra domanda che ha posto è di sapere se vi sarebbero state lacune da parte della Prefettura di Parma nel verificare l’idoneità dei soggetti gestori a svolgere l’attività di accoglienza.

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