Bando per l’integrazione scolastica dei disabili: le riflessioni dell’assemblea educatori

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L’Assemblea degli Educatori interviene in merito al bando per l’affidamento dell’integrazione scolastica per i prossimi anni uscito la settimana scorsa.

“E’ uscito il bando per la gestione del Servizio di Integrazione scolastica per i prossimi anni (servizio attualmente in carico ad Ancora e Aldia, che ha sconfitto Proges). Fra un mese vi sarà l’apertura delle buste con le proposte presentate, verrà insediata la commissione che dovrà procedere con la valutazione delle offerte ricevute e quindi avremmo un primo esito probabilmente non prima di agosto.

Vorremmo fare un’analisi e un bilancio rispetto a questo bando dopo mesi di lavoro impegnativi che hanno visto gli Educatori del Servizio impegnati attivamente nel Tavolo Comunale che ha elaborato il documento finale.

Abbiamo partecipato perché il Tavolo è stato l’unico “luogo” di discussione proposto dall’ Ente Pubblico dopo anni di vuoto su questo Servizio. Abbiamo partecipato perché, come abbiamo sempre affermato, il riconoscimento del nostro lavoro passa inevitabilmente dal riconoscimento del nostro ruolo all ’interno delle differenti situazioni scolastiche. Il risultato del documento finale del tavolo ci consegna un punto di partenza importante per l’inizio di una discussione e di un confronto continuo su questo Servizio che possa concretamente contribuire al cambiamento di modello della gestione.

Ci consegna anche una forte coscienza condivisa da tutte le associazioni, dalle famiglie, dalle scuole, creata e maturata con l’esperienza quotidiana, che inevitabilmente porta questi attori a essere i veri motori per il cambiamento e per il miglioramento.

Detto questo, vorremmo farvi partecipi del nostro punto di vista.

Cosa ci piace?
Senza dubbio l’ampliamento del concetto di Integrazione Scolastica è il punto fondamentale, è la base di un lavoro e di un cambiamento che vedrà la nostra figura aumentare i propri spazi di azione all’interno della scuola, che vedrà la ragazza e il ragazzo disabile come focus di un lavoro di inclusività destinato a tutto il contesto classe. Fondamentale, essenziale e sacrosanto diventa in quest’ottica la permanenza dell’educatore in classe anche in caso di assenza del proprio alunno.

Questa condizione, oltre che superare una situazione tragicomica che vedeva gli educatori “sparire” dalla Scuola in caso di malattia del proprio alunno, rende fattibile e possibile l’inizio di un percorso verso il riconoscimento della figura educativa a Scuola.

L’abolizione della Banca delle Ore, un vero e proprio collettore di ore “risparmiate” dagli educatori (cioè non riconosciute e non retribuite), a favore di un monte ore totale assegnato a ogni Istituto utile per la stabilizzazione lavorativa degli educatori che dovrebbero così lavorare non più su tante scuole ma concentrarsi su una, aumentando di conseguenza la propria presenza e il proprio peso.

La partecipazione degli educatori ai momenti formativi e di discussione che riguardano la classe, oltre che ai momenti di confronto sul singolo ragazzo, sono un altro pezzo verso una maggiore cittadinanza scolastica.

Cosa non ci piace?
Questo Bando è tutto fuorché “Etico”. Non solamente perché, di fatto, non vi sono investimenti maggiori sul servizio rispetto al passato, (i numeri sono più alti ma le certificazioni sono aumentate), non solamente perché la base di gara è rimasta identica a quella precedente, 20,80 euro senza un centesimo di aumento, ma perché e soprattutto tiene viva una aberrazione che non dovrebbe nemmeno essere concepita in appalti che riguardano direttamente servizi alla persona e servizi così delicati, cioè la possibilità del massimo ribasso, mascherata da “offerta economicamente più vantaggiosa”.

Questo è un vulnus terribile; in affidamenti di questa tipologia, di fatto si legittimano ribassi che inevitabilmente ricadono su chi lavora (e sulla sua busta paga) oltre che sulla qualità del servizio erogato. In questi due anni ne abbiamo avuto la prova.

Infine, leggendo il documento, è venuto naturale pensare alla completa assenza di strumenti di controllo del progetto e del servizio che in diverse parti vengono citati come la modalità che l’amministrazione adotta per valutare e analizzare l’affidamento fatto. Questa mancanza di analisi, di bilanci e di strumenti per fare ciò impediscono e impediranno una vera e onesta valutazione del progetto.

Quindi pur consci del grande lavoro svolto e dei passi in avanti culturali fatti da noi educatori, dalle famiglie e dalle associazioni,dalla scuola riteniamo che modalità di affido come queste (i bandi di appalto) debbano essere superate o comunque debbano avere al proprio interno condizioni necessarie affinché chi vince la gara per un servizio abbia tutta la forza e le competenze per farsene carico in modo ottimale.

Anche perché noi non possiamo fermarci qui.

Noi sappiamo che i problemi strutturali di questo lavoro sono ancora da risolvere. Infatti anche nei prossimi anni noi lavoreremo con un cottimo legalizzato, pagato in base alle ore svolte: si sta a casa a stipendio zero in occasione delle festività scolastiche, in occasioni di chiusure straordinarie per eventi meteo avversi, con ore ridotte se passa il giro d’Italia…

Il periodo estivo è un dramma per molti di noi, la possibilità di lavorare nei centri estivi è sempre più limitata e andiamo in sospensione lavorativa senza poter richiedere la disoccupazione. Tutto questo in un contesto dove la nostra paga oraria è da fame e la nostra sicurezza economica continuamente minata da una precarietà insita e strutturale.

Per queste ragioni vorremmo che questo confronto non solo continuasse ma anzi che aumentasse di intensità. Poi vorremmo sapere cosa ne pensa la Politica riguardo al nostro lavoro, al lavoro educativo in questa città e in generale cosa si vuol fare e cosa si pensa sulle politiche sociali.

Ora che ci sono le elezioni, che tanta gente si candida a rappresentarci, vorremmo avere le risposte alle domande che tantissimi cittadini hanno sollevato, battendosi in questi anni per la difesa dei più deboli”.

ASSEMBLEA EDUCATORI PARMA

2 Commenti

  1. Luigi Alfieri: «Sto con gli educatori, stop ai servizi al massimo ribasso camuffato»

    Il candidato sindaco risponde ad Assemblea Educatori Parma

    «Lo abbiamo scritto chiaramente nel nostro programma (scaricabile dal sitowww.alfieriperparma.it): stop ai servizi al massimo ribasso camuffato da offerta economicamente più vantaggiosa. Rispondiamo così alla domanda che ci pone l’Assemblea Educatori Parma commentandoil bando sull’integrazione scolastica uscito la settimana scorsa – spiega Luigi Alfieri, candidato della lista civica Alfieri per Parma.

    La tentazione di risparmiare sui servizi alla persona è ben presente in molti Comuni e Ausl italiane – spiega Alfieri – e il Comune di Parma in questi anni non ha fatto eccezione. E aveva promesso pubblicamente che non sarebbe più stato così.

    Io mi impegno ad adottare forme di aggiudicazione che tutelino la qualità dei servizi per bambini, anziani e disabili e la dignità dei lavoratori del settore e ad abolire tutte le gare al massimo ribasso camuffato da offerta economicamente più vantaggiosa.

    La legge regionale vieta questo tipo di gare per i servizi alla persona, ma può essere aggirata, utilizzando formule matematiche che di fatto impediscono alla qualità di un progetto di recuperare lo svantaggio accumulato nel confronto con ribassi vertiginosi.

    Ribasso oltre certi livelli significa ovviamente meno qualità per gli utenti e meno tutela dei diritti dei lavoratori. Ed è questo che lamentano giustamente gli educatori.

    Il caso più clamoroso era stato proprio l’aggiudicazione alle cooperative Ancora e Aldia, nella primavera del 2015, dell’appalto per l’integrazione scolastica dei disabili. In quell’occasione la base d’asta era stata ribassata addirittura del 10%. Anche in altri settori il Comune ha seguito questa strada.

    Tutti fanno così? Che alternative ci sono? Il Comune di Milano ha appaltato di recente importantissimi servizi agli anziani per decine di milioni annui di fatturato, utilizzando formule che impediscono aggiudicazioni al massimo ribasso. E, restando in provincia, il Comune di Fidenza ha annunciato nel 2015 l’inserimento di clausole sociali nelle gare per la gestione della viabilità e del verde, e il mantenimento della ‘pesatura’ economica sotto il 30%, dando ampio peso alla qualità dei progetti.

    Noi -conclude Luigi Alfieri -non permetteremo più che le persone più deboli e i lavoratori non vengano tutelati come prevede la legge».

  2. PAOLO SCARPA: “A SOSTEGNO DELLA COOPERAZIONE SOCIALE, CONTRO LA LOGICA DEL “MASSIMO RIBASSO””
    Nei giorni scorsi si è chiuso il bando per la gestione del Servizio di Integrazione scolastica per i prossimi anni, fra un mese saranno aperte le buste con le proposte presentate e verrà insediata una commissione per la valutazione delle offerte che difficilmente potrà avere un esito prima di agosto.

    E’ l’ennesimo episodio che dimostra scarsa considrazione per un sistema sociale vivo, che a Parma viene sistematicamente umiliato da logiche di profitto che non dovrebbero competere a un ente pubblico. Il sistema sociale di parma è storicamente basato su cooperazione sociale, operatori ed educatori di gradìnde livello, che non possono finire sotto la spada di damocle di affidamenti e appalti che penalizzano qualità del servizio e tradizione di solidairierà e efficenze tipiche della soria di Parma. Diciamo basta a questi metodi!

    Ho letto con interesse ed attenzione le considerazioni espresse dagli educatori nel loro comunicato e mi conforta apprendere che molte delle loro richieste sono in sintonia con gli obiettivi e le azioni che la coalizione che rappresento intende perseguire se i cittadini di Parma ci affideranno l’amministrazione della città.

    La logica dei bandi che ripresentano, in fome diverse, la logica del massimo ribasso come metodo di scelta penalizza il sistema sociale consolidato con danni per gi opeatori, il servizio e tutta la cooperazione sociale.

    La figura dell’educatore ha assunto in questi ultimi anni un rilievo primario nell’organizzazione del tempo scuola, soprattutto a fronte dei consistenti tagli operati a livello ministeriale sul personale ausiliario e sui docenti addetti al sostegno e all’integrazione degli alunni disabili. Il delicato compito che gli educatori svolgono, fatto di relazioni e di fiducia con chi si trova in difficoltà, richiede una continuità che solo la stabilità contrattuale e la valutazione delle complessive esigenze annuali delle istituzioni scolastiche possono garantire.

    E’ indispensabile ripensare il modello di gestione di questo servizio essenziale. Gli alunni, i genitori e le scuole non possono vivere nell’incertezza, ma devono poter contare in modo stabile e continuativo su quelle che divengono importanti figure di riferimento per l’intera comunità scolastica. Gli educatori, d’altra parte, hanno il diritto ad una condizione contrattuale che ne limiti per quanto possibile la precarietà, specie a fronte di un investimento psicoemotivo quale quello richiesto dal loro ruolo.

    Ovviamente questo potrà avvenire fra due anni, alla scadenza del nuovo contratto. Due anni che devono servire a ripensare il servizio, avendo come obiettivo centrale il progetto personalizzato e la qualità del lavoro. Stabilizzare significa migliorare le condizioni dei lavoratori, ma anche non disperdere l’esperienza e gli investimenti in formazione che si fanno: significa che il Comune si fa garante nei confronti dei cittadini della qualità dei percorsi educativi ed assistenziali e della formazione del personale, anche se dipendente da soggetti terzi.

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