Scarpa: “Scuola per l’Europa, molte questioni lontane da soluzione”

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Il candidato sindaco Paolo Scarpa interviene sulla questione Scuola dell’Europa:

“Qualche giorno fa mi hanno chiesto di definire con un aggettivo Parma e ho risposto “europea”, cioè aperta, colta, bella, democratica, efficiente, solidale.

Tra le grandi potenzialità della nostra città c’è appunto la Scuola Europea di Parma, che dalla sua nascita è stata purtroppo travagliata da vicende che, ad oggi, nonostante le numerose promesse, non sono state superate.

L’inaugurazione a settembre del nuovo edificio coinciderà con una disponibilità limitata degli spazi promessi: dopo tanti anni mensa, palestra e auditorium non saranno probabilmente pronti. Il nuovo bando per la ricerca di insegnanti, appena pubblicato, rischia di generare nuovamente ricorsi e successivi esborsi con grave perdita di denaro pubblico dell’ordine milioni di euro (peraltro nessun bilancio è visibile sul sito dell’istituto, nonostante gli obblighi di trasparenza della pubblica amministrazione). Infine la questione delle rette imposte alle famiglie dal Consiglio di Amministrazione (dovute, non dovute? nessuno lo ha ancora capito esattamente) si trascina da tempo, con conseguenze non chiare (chi non paga sarà messo alla porta? Dove andrà?).

Palestra, forniture per la mensa, auditorium, dopo più di 30 milioni di euro stanziati per questo edificio, dovranno inoltre essere pagati con nuovo esborso di denaro pubblico preso dal bilancio scolastico, a fronte di un numero ridottissimo di nuovi iscritti.

Le responsabilità di questa situazione sono molteplici e non riconducibili a un unico soggetto, ma dobbiamo ricordare che nel Consiglio di Amministrazione siede il Comune di Parma, che in questi 5 anni non sembra aver giocato alcun ruolo nella direzione e nel controllo delle politiche dell’Istituto.

Credo che i cittadini di Parma e il suo Comune – questo sarà il nostro impegno – debbano riprendere in mano le sorti di questa scuola, perché i fiumi di denaro pubblico in essa investiti non siano buttati in cause risarcitorie – quasi in spregio alla qualità dell’offerta delle altre scuole cittadine – ma generino cultura, dialogo, crescita e respiro internazionale per tutta la comunità educativa di Parma”.

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