In corsivo – Colpi bassi e faccioni sparsi per la città, quando la campagna elettorale diventa polemica (ridicola)

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Colpi alti e colpi bassi, verrebbe da dire. Da una parte Federico Pizzarotti, sindaco uscente, ma anche candidato sindaco, che fa la propria campagna elettorale: che sia avvantaggiato dal proprio ruolo è ovvio, ma lo sarebbe chiunque altro al suo posto.
Che i faccioni appiccicati sui bus, sui tetti, in cielo in terra e in ogni luogo siano bruttini, è altrettanto evidente. Ma che la campagna elettorale del – ripeto – sindaco uscente nonchè candidato sindaco – sia un modo per gli altri candidati di fare un tiro al bersaglio sul di cui sopra, anzichè esprimere idee progetti e proposte reali, mi perdonino lor signori, non fa che favorire il di cui sopra.
Se qualcuno vuole sapere dove Pizzarotti prenda i soldi, glielo chieda, invece di sparare nel mucchio dicendo che fa la campagna con quelli dei cittadini (magari è così, ma lo dimostrino). Se a qualcuno non piace la faccia del sindaco, chieda di metterci la propria. Se a qualcuno non piacciono le sue idee, ne tiri fuori di migliori. Abbiamo tutti una gran voglia di sentire proposte che ridiano alla città il vecchio splendore. Ma non ci pare che il tiro al bersaglio faccia parte di queste.
Prendiamo ad esempio quanto scrive Paolo Scarpa sul proprio profilo Facebook, allegando la foto in calce a questo pezzo:
“Questa pubblicità è illegale. Non so che idea abbia Federico Pizzarotti del rispetto delle regole, ma sto notando la sua abitudine a violarle. Mi spiace che sia proprio un sindaco (che, lo ricordo, è il garante di tutti i cittadini) ad aver commesso la più plateale delle violazioni. Purtroppo mi trovo a dover segnalare che dal momento dell’assegnazione delle plance è ILLEGALE (lo ripeto) fare pubblicità fuori dagli spazi consentiti.
Così come è illegale (non moralmente sbagliato: proprio illegale), mescolare l’attività di candidato con quella di sindaco uscente durante la campagna elettorale.
Illegale e perfino ridicolo per un sindaco che, dal palco del 25 aprile, ha invitato tutti noi al rispetto delle regole quotidiane della convivenza civile. “Legalità significa anche pagare il biglietto dell’autobus”, ha detto in un passaggio del suo discorso istituzionale.
Ma quelle erano parole, mentre questa è la pratica: si chiama predicare bene e razzolare male.
Caro sindaco Pizzarotti, voglio dirle che QUESTA CITTÀ NON È SUA. Parma ha già fatto da palcosenico della sua campagna permanente per 5 anni: adesso è decisamente ora di smetterla. E faccia rimuovere la sua faccia da quel tetto, grazie“.

 

Opinione anche condivisible, ma gratuita. Ci racconti la Parma che vorrebbe, ce lo raccontino tutti gli altri otto. O le loro sparate accompagneranno Pizzarotti al rimanere dove già siede, per l’antichissima legge del purchè ne parlino. 

 

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