Fiere di Parma: Provincia approva cessione 17% delle azioni. Contrari Cantoni e gruppo Provincia Nuova

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Dopo l’illustrazione del Presidente Fritelli, il Consiglio provinciale ha deliberato oggi, 28 aprile, col voto contrario di Cantoni e del gruppo Provincia Nuova, di autorizzare l’operazione di cessione paritetica di azioni di Fiere di Parma spa congiuntamente al Comune di Parma, per un ammontare complessivo di azioni pari al 17% del capitale della società, mediante procedura ad evidenza pubblica.

Mercoledì, anche il Consiglio Comunale di Parma ha approvato la vendita delle azioni, leggi:Fiere di Parma: il Comune venderà 5,3 milioni di azioni a privati. Pizzarotti: “Resterà pubblica. Strategia lungimirante”

Il valore per azione non sarà inferiore ad euro 24,86/cadauna pari al valore massimo indicato nella valutazione tecnica incrementato del 3%, in considerazione del rischio di perdita del potere di controllo di maggioranza, in caso di decisione di cessione delle proprie quote da parte degli altri soci pubblici non legati alla Provincia e al Comune da alcun patto di sindacato, ma anche il valore del sovrapprezzo sarà soggetto a gara.

Si è modificato quindi anche l’attuale Accordo col Comune di Parma, che prevedeva che venisse garantito agli enti pubblici la maggioranza del pacchetto azionario: ora Comune e Provincia sono invece impegnati a mantenere per ciascun ente, una quota di partecipazione non inferiore al 15%, per garantire agli enti pubblici la detenzione del diritto di veto, che spetta per statuto ai detentori di partecipazioni superiori al 15% del capitale sociale.

Cantoni (PD) ha ribadito i suoi dubbi sulla delibera, in quanto le Fiere sono strategiche per attività produttive e turismo; inoltre non si conoscono le intenzioni degli altri soci pubblici, come la Camera di Commercio.

Canova (capogruppo Pd) puntualizza che per la Provincia c’è l’obbligo di dismettere le partecipazioni non strategiche, quindi la decisione da assumere è sulla strategicità o meno della vendita.

Roberto Bianchi annuncia il voto contrario del suo gruppo su una decisione che ha definito affrettata e illogica, ritenendo invece strategica la partecipazione all’Ente Fiere per la Provincia e ha ribadito insieme ad Arduini l’opportunità di conoscere la perizia sui prezzi delle azioni.
Serpagli ribadisce che per la Provincia, così come si è configurata dopo la riforma Del Rio, l’Ente Fiere non è strategico, e la vendita serve a reperire risorse per gli investimenti della Provincia stessa.
Per Agoletti l’unica vera urgenza riguarda l’amministrazione del Comune di Parma in scadenza, critica l’operazione e ipotizza un interesse sulle Fiere da parte di altri enti non parmigiani.

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