Fiere di Parma: il Comune venderà 5,3 milioni di azioni a privati. Pizzarotti: “Resterà pubblica. Strategia lungimirante”

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Si è parlato di Fiere di Parma, oggi, 26 aprile, durante l’ultimo Consiglio Comunale dell’amministrazione Pizzarotti.

In aula è passata la delibera che permetterà al Comune di Parma di vendere le azioni della società. Su 24 consiglieri presenti hanno votato in 17 favorevolmente, 7 contrari. Passa con i voti della maggioranza.

Il consigliere del PD, Nicola Dall’Olio, ha anche interrogato l’assessore Ferretti sulla questione. La società ha un azionariato pubblico del 71%, di cui il 56% è diviso in modo paritario tra Comune di Parma e Provincia. Un patto tra i due enti stabilisce inoltre che i due non possano scendere sotto alla quota del 26% per ognuno “ma sembra che questo accordo sia stato ignorato dal punto che vogliono vendere scendendo a circa il 10% di partecipazione.  – aveva dichiarato Dall’Olio in conferenza stampa – Questo si desume da atti di Giunta che non sono mai passati tra i consiglieri ma che faranno passare nell’ultimo Consiglio Comunale utile”.

leggi: Riduzione debito, vendita azioni Iren e Fiere, Dall’Olio (PD): “Pizzarotti ha poco di cui vantarsi. Favori per la poltrona?”

L’assessore Marco Ferretti ha specificato che: “Il Cda di Fiere ha dichiarato un utile nel 2016 di 7 milioni di euro. Fiere di Parma non ha mai distribuito dividendi. Essendo Cibus la fiera che maggiormente fa salire gli incassi si ricorda che è un evento biennale quindi gli utili del 2016 non possono essere ritenuti d’esempio per tutti gli anni”.

Come può il comune vendere Fiere di Parma? “Nella delibera c’è la ridefinizione del patto con la soglia minima di partecipazione del Comune del 26%. Alla fine comunque Fiere (tra Comune di Parma e Provincia) rimarrà pubblica per il 54,5%, quindi non c’è nessuna privatizzazione”.

Dopo l’approvazione della delibera si emetterà un bando, pianificato da un advisor, che venderà a privato 5,3 milioni di euro di azioni.

Interviene anche il sindaco Pizzarotti: “Dall’Olio non interpreta correttamente il valore strategico di una apertura delle Fiere ai privati, che comunque rimarranno pubbliche. Rispetto alla Provincia non è stata volontà di fare cassa ma di aprire la compagine societaria che noi pensiamo possa rafforzare il ruolo delle nostre Fiere in un’ottica regionale”.

Dall’Olio ritiene invece che la vendita da parte della Provincia doveva essere il “momento giusto per far vedere la forza del Comune di Parma. L’ente dovrebbe prendere il timone. Questo è un comportamento miope e non tiene conto del programma a inizio mandato dello stesso Pizzarotti che riteneva il controllo pubblico di grande rilevanza. Fiere poi, stando bene e avendo già attuato molti investimenti e migliorie, in questo momento non ha bisogno di finanziamenti privati. Sulla base di quali studi poi si determina il valore delle azioni di Fiere? State approvando nell’ultima delibera, nell’ultimo consiglio comunale quella che definite una vendita lungimirante ma che è una vera e propria svendita con degli interessi che stanno fuori da questo Comune. State solo accettando l’offerta dell’Unione degli Industriali dello scorso novembre“.

A creare dissenso in aula anche lo stanziare di investimenti nell’aeroporto di Parma con le entrate derivanti dalla vendita di Fiere. Il progetto concreto per l’aeroporto tuttavia non è ancora pronto.

Contrari alla delibera anche i consiglieri Ettore Manno, PCI, e Roberto Ghiretti, Parma Unita, Giuseppe Bizzi, Possibile.

Mauro Nuzzo solleva la questione della partecipazione cittadina alle decisioni che determineranno il futuro per i prossimi 10 anni di Fiere ma anche dell’Aeroporto. “Questa delibera è fatta troppo in prossimità delle elezioni. Leggo tra le righe solo un accordo che rafforzerà alcune forze politiche ma non fa trasparenza ai cittadini. Ma che fretta c’è? Mettete la proposta in programma elettorale e poi i cittadini voteranno. Fate come fece Vignali con la metropolitana”. Anche Andrea D’Alessandro, M5s, chiede il confronto cittadino e si chiede: “Che senso ha liberarci di una parte delle quote per un progetto, quello dell’aeroporto, irrealizzabile e insostenibile?”. Dubbi sul piano ampliamento cargo dello scalo anche da parte della maggioranza con Lucio De Lorenzi.

Paolo Buzzi, Forza Italia, ritiene la delibera “campata in aria. Io non la voterò perché questa decisione alla prossima amministrazione potrà essere modificata”.

Ad appoggiare il progetto il Presidente del Marco Vagnozzi e il capogruppo di maggioranza Marco Bosi che ha commentato: “Sento toni in quest’aula come se vendessimo il 100% mentre cediamo solo una quota (10%) che non ci farà perdere il controllo pubblico ma che favorirà l’ingresso di un privato che è interessato allo sviluppo del tessuto produttivo, che sia Camera di Commercio o industriali. Infatti non c’è un interesse economico visto che è una società che non distribuisce gli utili. Inoltre aeroporto ritengo sia una opportunità ma così come è non la è quindi servono investimenti. Inoltre la minoranza PD critica questa scelta quando a Modena e Bologna dove governano non abbiano la maggioranza delle Fiere e non stanno facendo niente per averle”.

A confermare le parole del capogruppo l’assessore Marco Ferretti che ha aggiunto: “Il controllo pubblico passerà dal 70 al 54%. Sono stati fatti tre Consigli dove la minoranza attaccava il sindaco perché non stava facendo niente per aeroporto in difficoltà e ora è apocalisse?”.

E’ intervenuto anche il sindaco Pizzarotti: “L’approccio per aeroporto è stato quello di avere una serie di introiti con i cargo per sopperire alla mancanza di numeri passeggeri. Siamo passati ad avere un aeroporto con 4 milioni di debiti all’anno a 2 milioni. Questo perché sono state riviste delle cose. E per le Fiere il Comune fornisce servizi, non fa business. Il Comune metterà 2,5 milioni di euro per fare tratto viabilistico che colleghi aeroporto e Fiere”.

 

 

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