“Il Parco che vorrei”- San Leonardo, esperimento di vera cittadinanza attiva per il Parco di via Verona

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Nel quartiere San Leonardo sta prendendo vita un vero progetto di partecipazione attiva tra cittadini, Comune di Parma e associazioni. Lo scopo? riqualificare uno dei parchi del quartiere ormai lasciato all’abbandono e spesso presidiato dagli spacciatori, il Parco di via Verona, proprio dietro al polo Ausl.

Diverse sono state le denunce dei residenti nell’ultimo anno che segnalavano lo sporco lasciato in questo fazzoletto di verde vicino a via Venezia oltre alla presenza di diversi ragazzi dediti allo spaccio di droga.

“San Leonardo il Parco che vorrei” nasce dalla collaborazione di diverse associazioni ed enti come Fiorente, società cooperativa sociale, il Laboratorio Famiglia San Martino, Manifattura Urbana, i servizi sociali polo San Leonardo del Comune di Parma. Per l’amministrazione sono coinvolte l’assessore Laura Rossi e la vicesindaco Nicoletta Paci.

il parco che vorrei

Il progetto si pone come assolutamente innovativo dal punto di vista della partecipazione. Non si parla di progettazioni finite discusse solo in via successiva da amministrazione e cittadinanza. I residenti del quartiere saranno sentiti fin dalla fase embrionale.

 

In questi giorni numerosi questionari saranno distribuiti negli esercizi commerciali, bar, locali pubblici, luoghi di incontro. I residenti del quartiere ma anche i frequentatori interessati potranno compilare il questionario e lasciarlo nei centri di raccolta: Polo sanitario di via Verona; Fiorente cooperativa in via Bassano del Grappa 10/B; Laboratorio San Martino in via San Leonardo 47; nei locali che aderiranno; oppure via mail a st.sanleonardo@comune.parma.it. Il questionario si trova anche sulla pagina Facebook dedicata “San Leonardo il Parco che vorrei“. Le persone possono mettere X sulle proposte già preimpostate oppure avanzare nuove idee originali.

Già sentiti e coinvolti i membri del CCV del quartiere e i ragazzi del “Manifesto del San Leonardo”. Anche i bambini della scuola Toscanini sono stati ascoltati e hanno compilato i questionari esprimendosi su cosa vorrebbero in quel parco. Molte delle risposte già ricevute chiedono che il parco possa diventare un luogo di aggregazione grazie a giochi per bambini e attrezzi sportivi.

Saranno 5 le fasi del processo partecipativo che dovrebbe far nascere un nuovo parco secondo le richieste e le esigenze dei cittadini stessi.

Ci sarà una prima fase di ascolto e analisi. Ascolto attraverso i questionari e gli incontri che si organizzeranno nel quartiere, analisi invece attraverso gli architetti di Manifattura Urbana che realizzeranno una mappa analitica dettagliata su cosa c’è già nell’area, cosa manca, cosa nascerà, quali sono le criticità e le opportunità. Si parla di studiare non solo gli esercizi commerciali e attività presenti, la popolazione, ma anche le strade, il traffico, le intensità di rumore, le aree verdi, l’illuminazione artificiale e altro.

Una seconda fase vedrà la presentazione delle analisi e dei questionari raccolti ai cittadini.

A svolgere queste prime due fasi saranno i ragazzi di Manifattura Urbana guidati dagli architetti fondatori Francesco Fulvi, Giulia D’Ambrosio e Tania Comelli.

La prima fase tecnica è la terza dove il progettista incaricato dal Comune dovrà progettare il nuovo parco secondo le decisione prese nel quartiere. Ancora incerte le tempistiche e i finanziamenti che si riusciranno ad accumulare.

Nella quarta fase ci sarà il confronto con i cittadini sul progetto finito e nell’ultima fase, la quinta, la realizzazione. Si spera che anche nella realizzazione possano venir coinvolti sia i residenti che le associazioni interessate.

La novità di questo “esperimento” è proprio l’approccio altamente partecipativo. “Vogliamo chiedere ai residenti cosa vogliono in quel parco – spiegano Francesco e Giulia di Manifattura Urbana – Lo scopo è la partecipazione e la promozione della cittadinanza attiva. Quartiere San Leonardo ha una alta popolosità e i residenti lamentano problemi di sicurezza. Un progetto come questo, in uno spazio di verde trascurato come il parco di via Verona, può aiutare i residenti a rivivere il proprio quartiere, sentirsi coinvolti in un progetto di utilità sociale. Uno spazio di aggregazione è sicuramente un ottimo modo ed esempio di riqualificazione del quartiere”.

(arianna belloli)

 

 

 

 

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