Aemilia, nuova rivelazione: “A Parma un traffico di yacht con la criminalità russa”

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Aemilia, nuovi intrecci e nuove rivelazioni: le ultime, riportano di un traffico internazionale di lussuose imbarcazioni, con il coinvolgimento di un gruppo criminale russo. Un traffico che, vedendone ad uno dei vertici Michele Bolognino, sarebbe passato da Parma.

La vicenda – spiega la Gazzetta di Reggio –  è stata ricostruita ieri mattina martedì mattina nell’aula bunker attraverso intercettazioni, pedinamenti ed incontri dal maresciallo Costantino del nucleo operativo dei carabinieri di Modena: l’imputazione è ricettazione “con l’aggravante di aver agito per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa emiliana” e coinvolge cinque persone: Michele Bolognino, Mario Ursini, Giuseppe Belfiore, Giuseppe Pichierri e Giuseppe Domenico Oppedisano (quest’ultimo è già stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione con rito abbreviato a Bologna).

Tutto sarebbe partito nel febbraio 2012, per un debito, legato alla vendita di uno yacht, di 100mila euro di Sergio Bolognino (fratello di Michele) nei confronti del torinese Picchieri.

Una questione spinosa, che ha costretto ad entrare in scena Michele Bolognino (definito dal testimone uno dei promotori del sodalizio mafioso emiliano in contatto diretto con Nicolino Grande Aracri), Mario Ursini, Capomafia a Torino e Giuseppe Belfiore.

La soluzione alla questione? La vendita illegale all’estero di una nave da diporto, aggirando la società di leasing proprietaria per girare il ricavato alla mafia torinese. Nel 2012, a questo punto della vicenda, l’entrata in azione del gruppo russo che prende contatti con Bolognino a Parma, per poi impossessarsi dello yacht in Croazia.

Dopo una lunga navigazione, l’imbarcazione sarebbe stata venduta per 800-900mila euro “a soggetti non identificati”, mentre i soldi, sequestrati in Ucraina.

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