Cooperative agricole alimentari senza ammortizzatori sociali: interrogazione al Ministero

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Il 16 febbraio 2017 alcuni parlamentari del PD, tra i quali Patrizia Maestri (prima firmataria), Giuseppe Romanini e Cesare Damiano hanno presentato un’interrogazione chiedendo l’intervento dei ministeri competenti sul tema della mancanza degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti delle imprese cooperative di trasformazione industriale di prodotti alimentari.

La Flai Cgil in più occasioni ha espresso preoccupazioni, anche ad alcuni parlamentari che hanno sottoscritto l’interrogazione, in quanto dal 1 gennaio 2017, per effetto dell’entrata in vigore della Legge 92/2012, oltre 10.000 lavoratori del nostro Paese, quasi 3.000 solo nella nostra Regione, non avranno più la mobilità e non avranno nemmeno diritto alla Naspi.

“La crisi continua e un pezzo consistente delle imprese non è in grado, senza opportuni ammortizzatori sociali, di mantenersi in piedi e guardare con fiducia allo sviluppo. – scrive in una nota FLAI CGIL Emilia Romagna – Oltre a non esserci più l’indennità di mobilità, dal 1 gennaio 2017 si sono anche ristretti i parametri della cassa integrazione straordinaria.

Gli operai a tempo indeterminato del settore dell’industria di trasformazione cooperativa, ai quali si applica la previdenza agricola (Legge 240/84), dal 1 gennaio 2017 si troveranno senza cassa integrazione straordinaria (in caso di cessazione dell’attività), senza mobilità e non avranno diritto alla NASPI, perché la legge esclude i lavoratori del settore agricolo.

Per i lavoratori delle imprese industriali cooperative, in caso di ristrutturazioni aziendali o peggio ancora di chiusura delle attività, non essendo più possibile l’utilizzo della CIGS e della mobilità, rimarrà solo il licenziamento.

Evidenziamo che in Emilia Romagna le imprese cooperative di trasformazione industriale di prodotti agricoli spaziano in tutti i settori produttivi, trasformando le nostre eccellenze e DOP, come nel caso delle conserve di pomodoro, vitivinicolo, macellazione, salumifici e lattiero caseario (produzione Parmigiano Reggiano).

Accogliamo quindi con soddisfazione che i parlamentari abbiano posto la questione, pur rimanendo contrari alle scelte fatte dai governi che si sono succeduti sugli ammortizzatori sociali, auspichiamo che anche questi lavoratori, di fatto dipendenti di industrie alimentari, possano accedere alla NASPI come tutti gli altri lavoratori”.

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