11 febbraio: alla sede CGIL, lancio campagna “Libera il lavoro, con 2 sì tutta un’altra Italia”

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Dopo il primo momento ufficiale dedicato, sul nostro territorio, alla “fase 2” della campagna lanciata ormai un anno fa per ricostruire una Carta dei diritti universali dei lavoratori con l’Assemblea Generale di tutti i delegati e attivisti della CGIL di Parma, svolta lo scorso martedì 7 febbraio in una sala Righi gremita, dove si è parlato di come ricostruire i diritti del lavoro e dei lavoratori, macellati da decenni di liberismo irresponsabile e affossati dal Jobs Act, insieme agli avvocati Luciano Petronio e Andrea Lassandari che, intervistati da Marco Amodeo (coord. Ufficio Giuridico CGIL Parma), hanno illustrato la natura dei due quesiti ammessi dalla Consulta relativi all’abrogazione dei voucher e alla responsabilità solidale in materia di appalti, è ora la volta del lancio pubblico della campagna referendaria.

La data scelta per questo importae appuntamento dalla CGIL è sabato 11 febbraio, quando, anche a Parma, dalle ore 10 alle 12, con un simbolico lancio di palloncini dal gazebo informativo allestito davanti alla sede di via Casati Confalonieri, si aprirà la campagna nazionale “Libera il lavoro, con 2 sì  tutta un’altra Italia”.

A Parma e nei più importanti comuni della provincia (Fidenza, Collecchio, Sorbolo e Borgotaro), come nelle principali città italiane, si svolgeranno dunque iniziative per invitare a votare SI ai due referendum per l’abolizione dei voucher e il ripristino della responsabilità solidale del committente negli appalti. Due referendum ammessi l’11 gennaio scorso dalla Consulta (che invece ha respinto quello sull’art.18), di cui non si conosce ancora la data del voto, ma che si collocherà in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Mentre la CGIL sollecita ogni giorno il Governo a fissare una data per il voto, sabato 11 febbraio a Parma, contestualmente alla distribuzione di materiali informativi per sensibilizzare i cittadini che vorranno capirne di più, il segretario generale MassimoBussandri incontrerà i parlamentari del territorio per sollecitarli a chiedere che il Governo fissi la data, che dovrà essere necessariamente precedente al 15 giugno.

Come sottolineato dallo stesso Bussandri nell’Assemblea di martedì scorso, infatti, “La CGIL, noi tutti, siamo dallo scorso 12 gennaio dentro la campagna elettorale forse più importante della nostra storia, nella quale probabilmente si gioca la stessa sopravvivenza del più grande e glorioso sindacato dei lavoratori italiani, per lo meno nella sua funzione di rappresentanza collettiva”. Una sfida che è anche e soprattutto una domanda, che ogni cittadino deve porre a se stesso: “È proprio questo il Paese che vogliamo, il modello di società che vogliamo lasciare ai nostri figli, quella di quest’ultimo decennio, fatta di povertà crescente, insicurezza economica, precariato, di taglio dei diritti?”. Perché proprio questa è la posta in gioco, il futuro del Paese, e c’è chi deve averlo intuito se in ogni modo si sta cercando di depotenziare la tornata referendaria, bocciando il quesito sull’art.18 o continuando a procrastinare l’annuncio della data o ancora oscurandola mediaticamente.

Ma proprio per questo, secondo Bussandri e la CGIL tutta, “In un Paese che ancora pullula di mafiosi, di corrotti, di padroni senza scrupoli, di evasori fiscali, noi -possiamo dirlo- siamo e rappresentiamo la parte migliore, e per questo ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare”.

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